OBIETTIVI

"Tutti gli esseri viventi sono nell'aperto, si manifestano e splendono nell'apparenza. Ma solo l'uomo vuole appropriarsi di quest'apertura, afferrare la propria apparenza, il proprio essere manifesto. Il linguaggio é questa appropriazione, che trasforma la natura in volto. Per questo l'apparenza diventa per l'uomo un problema, il luogo di una lotta per la verità. Il volto é l'essere irreparabilmente esposto dell'uomo e, insieme, il suo restare nascosto proprio in quest'apertura. [...] Ciò che il volto espone e rivela non é qualcosa che possa essere formulato in questa o in quella proposizione significante e non é neppure un segreto destinato a restare per sempre  incomunicabile. La rivelazione del volto é rivelazione del linguaggio stesso. Essa non ha, perciò, alcun contenuto reale, non dice il vero su questo o quello stato d'animo o di fatto su questo o quell'aspetto dell'uomo o del mondo: é soltanto apertura, soltanto comunicabilità "
Da Il volto, Mezzi senza fine - note sulla politica di Giorgio Agamben
Gli obiettivi di qualità  che mi sono prefissato di raggiungere riguardano l'incremento di complessità, appunto, intesa come incremento di prestazioni (funzionali, estetiche e simboliche), in un progetto di design.
Le qualità soggettivamente ritenute fondamentali in un progetto, e che quindi rispecchiano la mia identità di progettista, sono :
 La riconoscobilità-identità   L'adattività e l'ambiguità   
Intendo quindi incrementare la riconoscibilità-identità dell'oggetto nel rapporto che esso ha con l'uomo : LE INTERFACCE.(9)
 
Gli obiettivi di qualità scelti non sono  gli unici obiettivi che mi pongo nell'affrontare un progetto, ma sicuramente sono quelli  che ritengo indispensabili oltre (ovviamente) al soddisfacimento dei requisiti di base (che variano a seconda dell'occasione progettuale). Tutti e tre gli obiettivi di qualità riguardano tanto l'oggetto della progettazione  quanto il rapporto che esso avrà con il potenziale fruitore.
La procedura sarà quindi quella di ipotizzare una logica compositiva come codice genetico, quindi come procedura di gestione  in cui sono definite le modalità operative che verranno sperimentate in una occasione progettuale attraverso la produzione di diversi scenari virtuali in cui verrà verificata la rispondenza dei risultati agli obiettivi di qualità prefissati. Negli scenari verrà quindi verificata la riconoscibilità dell'esito ottenuto nel DNA compositivo che si intendeva costruire, oltre che la riconoscibilità della mia identità di progettista.
L'approccio é quello di "apporti successivi", di accumulazione di procedure possibili addotte da un immaginario soggettivo di riferimento (ache esso in evoluzione), con lo scopo di aprire all'intersoggettività le scelte soggettivamente o casualmente operate.