Passo 3: catalizzatore

 

A questo punto dobbiamo trovare qualcosa che ci ispiri, che riesca a far convergere tutte le nostre idee alla meta finale: un catalizzatore, appunto. Questo può essere qualsiasi cosa: un dipinto, un animale, un oggetto, una fotografia… insomma qualsiasi cosa ci piaccia per la sua struttura organizzativa. E’ molto importante ricordare però che ciò che risulterà dal catalizzatore non dovrà contenere alcuna traccia di esso: il catalizzatore è infatti solo il punto di partenza, non la meta del nostro progetto. Il nostro interesse sarà rivolto solo allo studio della sua struttura organizzativa, struttura poi riscontrabile nel risultato finale del nostro progetto.



Ho scelto come catalizzatore per la creazione del mio spazio uno scorpione; osservandolo noto che la sua struttura è formata da un corpo centrale a cui sono collegati arti, chele e coda; esso quindi rappresenta il fulcro dell’intero essere vivente ed è posto in modo tale che per muoversi da un elemento all’altro del suo corpo bisogna sempre passarci in mezzo; altra caratteristica importante dello scorpione è la sua simmetria assiale: il mio spazio quindi dovrà possedere oltre a un corpo centrale anche una certa simmetria. Osservando l’animale vivere nel suo ambiente noto poi che lo scorpione dopo aver immobilizzato la preda con il suo veleno, si ciba di essa portandosela alla bocca attraverso le chele, e da lì il nutrimento finisce nello stomaco (e quindi al corpo centrale) e infine, come energia, alla coda e al  pungiglione che, con il suo veleno, darà un nuovo inizio al ciclo alimentare: ne deduco che il mio spazio presenterà quindi una o più entrate dai corpi simmetrici; da questi si arriverà poi al corpo centrale e infine al corpo-coda, luogo in cui sarà presente l’uscita dallo spazio.



Passo 4: paradigma organizzativo



Esaminando attentamente lo scorpione ci accorgiamo che la sua forma può essere ricondotta all'unione dei seguenti fattori/eventi:
- un corpo centrale;
- due corpi simmetrici (le chele) affiancati al corpo centrale ma più piccoli rispetto a quest'ultimo e posizionati a un'estremità di esso;
- un corpo (il pungiglione), più piccolo degli altri tre, e posizionato a una grande distanza dal corpo centrale e ad esso connesso tramite un corpo lungo e sottile.
Lo spazio sarà quindi formato da quattro stanze (una centrale più tre satelliti in cui si troveranno i collegamenti con l’esterno): da queste considerazioni si ricava il seguente paradigma:

             

 

NOTA BENE:il paradigma non è la pianta dello spazio,ma ci indica solo la sua struttura formale; ciò non toglie che possa anche essere usato come pianta, ma questo ci precluderebbe altre interessanti possibilità che scaturiscono dal suo studio e, quindi, dalla sua possibile evoluzione.

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