Ignazio Gardella Condominio in Via Marchiondi, Milano, 1949-54. ![]() "Il grosso albero che passa attraverso i balconi d’una casa civile milanese è il ricordo vivente di quello che era il sito ove sorge quella casa, e la dimostrazione dell’irrelatività totale tra spazio architettonico e spazio fisico, poiché, se è certo che l’albero e la casa appartengono a due spazi o regioni ideali affatto diversi e incomunicabili, è altrettanto certo che appartengono a due tempi ideali successivi e comunicanti" (G. C. Argan, "Ignazio Gardella", Edizioni di Comunità, Milano, 1959, p.11). "...Il fronte a sud è molto aperto: sulle terrazze si aprono finestre che si sviluppano dal pavimento al soffitto e grandi bow-window completamente vetrati. Questa facciata non è il risultato di una composizione a priori, ma è stata liberamente composta con elementi variabili ad ogni piano. La collocazione delle finestre e dei bow-window è determinata dagli spazi interni e dalle dimensioni degli appartamenti, ognuno dei quali risulta definito da un proprio prospetto. Di conseguenza le aperture risultano sfalsate verticalmente mentre i bow-window, rapportandosi alle dimensioni dei soggiorni, risultano di estensioni diverse" (AA.VV., "Ignazio Gardella – progetti e architetture 1933-90", Marsilio, Venezia, 1992, p.108). |
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