Dario Ferracin e Andrea Resmini - lo spazio sacro

stonehenge

Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual'e' la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan. Il ponte non e' sostenuto da questa o da quella pietra, - risponde Marco, - ma dalla linea d'arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perche' mi parli delle pietre? E' solo dell'arco che mi importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'e' arco.

VI - Incipit

Un pensiero orale protratto tende ad essere altamente ritmico.

W. Ong

stonehenge

Il circolo megalitico di Stonehenge e' stato il primo momento nella verifica della procedura di controllo. Stonehenge si trova nella Contea di Wiltshire, nell'Inghilterra sud occidentale, nei pressi della citta' di Salisbury e non lontano dal corso dell'Avon.
Il luogo e' universalmente noto, cosi' come il grande recinto circolare di triliti delimitato da un fossato arginato verso l'esterno. La costruzione del complesso e' avvenuta in diverse fasi discrete, con un momento piu' antico databile al III millennio avanti Cristo, e con diverse probabili pause e' proseguita per successivi ampliamenti del nucleo originario per circa un migliaio di anni.
Stonehenge non e' l'unico recinto megalitico presente nel Wiltshire, e per la verita' nemmeno il meglio conservato, ma e' l'unico ad aver conservato nel nome l'antico suffisso henge assegnato in epoca altomedievale ai cromlech pagani della zona. L'opinione prevalente tra gli storici e gli archeologi e' che plausibilmente la costruzione di strutture litiche, come detto alquanto comune nella zona del Wiltshire, rispondesse ad uno sforzo di monumentalizzazione del paesaggio in corrispondenza di una o piu' crisi caratterizzate dall'esaurimento dei suoli e dalla pressione demografica.
Non deve sorprendere quindi l'associazione che e' stata proposta tra il complesso e momenti rituali concernenti il ciclo delle stagioni e i culti lunari.

Il complesso megalitico ha dimensioni ragguardevolmente imponenti: complessivamente i blocchi monolitici di roccia posti in opera dovevano essere, al momento del completamento, piu' di 160, ammontanti a diverse centinaia di tonnellate di pietra, trasportata interamente via fiume, o forse parzialmente via terra attraverso la Salisbury Plain, da localita' lungo il fiume Kennet trenta chilometri in linea d'aria piu' a Nord. Non e' chiaro se la parte che va dal cerchio esterno ai cinque triliti esterni fosse coperta a capanna, in paglia e legno, come sembrano indicare studi recenti: e' certo invece che nel corso della costruzione vi furono diversi ripensamenti, aggiustamenti ed almeno una, parziale, riconversione. Probabilmente Stonehenge era un luogo di sepoltura, ed un luogo comunque fas.
All'inizio dei lavori di interramento dei monoliti esterni, sarsens , il sito e' gia' uno spazio artificiale. E' stato scavato un largo fossato circolare, incompleto ed aperto a Nord-Est, a delimitare il cimitero: vi e' anche probabilmente un leggero dislivello al centro, forse non piu' di sessanta centimetri. Sono presenti cinquantasei fosse attorno ed internamente a questo perimetro, dette oggi Aubrey holes dal nome del ricercatore che le ha scoperte, sede di interramento dei corpi ritrovati in loco, le quattro station stones, pietre di stazione, e un numero impreciso di monoliti a segnare l'accesso.
Durante la seconda fase il sentiero di accesso viene ulteriormente segnalato con la escavazione di due fossati laterali, comincia la costruzione di un primo cerchio interno di monoliti, i sarsens di accesso vengono allineati e variati: esternamente viene innalzata la Heel stone , ancora eretta ed in posizione. Gli Aubrey holes vengono ricoperti. La terza e la quarta fase fanno assumere al luogo l'aspetto definitivo. Compaiono i due monoliti gemelli all'ingresso del fossato, di cui una, sdraiata, presente, la cosiddetta Slaughter stone , e viene definita la conformazione finale dei cerchi.
Quello esterno, composto di triliti a secco, sarsens verticali e lintels sull'orizzontale, incastrati con la tecnica a mortasa e tenone, e quello interno, meno imponente, in bluestones. Solo alla fine vengono posti in sede i cinque giganteschi triliti interni, organizzati a ferro di cavallo aperto in direzione della Heel stone, di altezza decrescente verso gli estremi, il consueto raddoppio in bluestones, e la Altar stone , coricata fin dal momento della posa in opera, esattamente al centro. La prima fase di sperimentazione ha implicato la riprogettazione ed il ridisegno del sito di Stonehenge al personal computer mediante software di modellazione tridimensionale , ottenendo una ricostruzione navigabile in prima persona in scala reale. La stessa procedura e' stata poi ripetuta con gli altri tre modelli di riferimento. Sono stati quindi assunti come elementi organizzativi primari quegli eventi che segnalavano il mutare del carattere di scaralita' dello spazio lungo una o piu' direttrici di accesso: un tipo di lettura per sequenze di spazi/eventi, un percorso iniziatico come detto, che ha come primo referente razionale lo spazio temenico della chiesa cattolica, e come calderone onirico il viaggio e lo stupore e la gioia di Hansel e Gretel che trovano finalmente una casa al centro del bosco e le architetture fantastiche del regno del Kublai Kan di Calvino.
E' cioe' un pensiero pagano, magico, in cui il campo del certo e del possibile poggia radici fragili sul libero dispiegarsi del fantastico, in cui come Perceval ci si smarrisce a volte perche' la strada piega, gira, si divide, si restringe, si interra, e a volte perche' ninfe e naiadi ed il canto degli elfi inducono a voltare la testa. Come nella queste del Graal, si cerca qualcosa che si conosce in parte e che si vuole dominare e capire. Entrando a Stonehenge un pensiero riposto ha aperto i cancelli di Mordor ed ha segnato la via che da Minas Morgul conduce nel buio a Monte fato, alla magia ed all'incantamento.
Il paradigma indiziario era sostanzialmente come detto un percorso esterno/interno, da A a B, ipotizzato come differenziato nel suo svolgersi da una serie di interfacce tra sezioni discrete.

Possiamo avere una buona rappresentazione dello schema e della logica progettuale iniziale nella figura a lato, in cui e' riportata la lettura per eventi morfogenetici della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli ad Assisi: un percorso direzionato, significativo, segnalato, che individua tre zone, una esterna e due interne, che vanno dal caos all'ordine del sacro. Interfacce sono il recinto murario, il portale, la zona concava in corrispondenza dell'abside.

In Stonehenge abbiamo un percorso di accesso, individuato da un asse principale inclinato di circa quarantacinque gradi ad Est sulla direttrice Nord/Sud ed identificabile nell'allineamento Heel stone - Slaughter stone - Altar stone, ed un grande recinto litico aperto, racchiuso al centro di un'area circolare di circa cento metri di diametro limitata da un fossato ed aperta in corrispondenza dell'asse, contenente a sua volta un ulteriore recinto ad anello.
Al centro geometrico dei due circoli di sarsens lavorati si trova la Altar Stone. Gli eventi e le interfacce del paradigma indiziario si sono moltiplicati, sono intervenute variazioni formali e procedurali rispetto al modello onirico di riferimento, al quale vengono sottoposte richieste di formalizzazione precedentemente inespresse.
Seguendo la traccia del paradigma distinguiamo adesso almeno due distinte sone di mediazione tra fuori e dentro, con due distinte interfacce: la prima comincia alla Slaughter stone e procede rettilinea e direzionata sino al cerchio piu' esterno, dove si sdoppia in un nuovo movimento circolare e radiale; la seconda e' la zona anulare compresa tra questo cerchio esterno ed il ferro di cavallo interno. Abbiamo quindi l'adduzione al percorso rettilineo di un percorso circolare e radiale che e' anche omoteticamente e concentricamente raddoppiato. Lo schema e' riportato nella figura che segue.

Schema tridimensionale delle differenziazioni dei percorsi e degli eventi/interfaccia individuabili nel cromlech di Stonhenge.
Immagine realizzata con Autodesk 3DStudio.

Variazioni formali rilevanti hanno invece investito l'interfaccia esterno/interno: piu' interessante e capace di indurre trasformazioni procedurali e' stata ritenuta la definizione per sottrazione del limite esterno, il fossato. Un nuovo evento, concretizzato dalla Altar stone, segnala la presenza di un punto focale, il centro. Il semplice percorso iniziale soglia/recinto/percorso/luogo, rettilineo, unidirezionale, puo' essere letto come una piu' strutturata sequenza soglia/percorso/recinto/luogo/soglia/recinto/luogo/recinto/luogo, ricorsiva, e che adduce inoltre una forte componente ritmica. Sono evidenziabili un centro, assente nel paradigma indiziario e motore di trasformazione, una ridondanza tipica del pensiero orale , la circolare ciclicita' del tempo del mito, e viene segnalato un ulteriore evento primario, interfaccia tra luogo sacro e la o le divinita', che definiamo totem, porta verticale.

Modello tridimensionale del circolo megalitico di Stonehenge

Nota

Sperimentalmente, mediante software di modellazione tridimensionale e schemi su carta, sono state condotte opportune verifiche e scandagliamenti relativi alla capacita' di risposta del paradigma all'aumentare delle richieste di formalizzazione, utilizzando permutazioni formali e variazioni procedurali quali strumenti di verifica dell'identita' del processo: gli elementi eterogenei rispetto al progetto di specie, derivanti spesso da operazioni ricorsive tra i modelli, hanno consentito di valutare empiricamente la soglia di plausibilita' degli eventi virtuali individuati.
I modelli morfogenetici, leggibili come un flusso e quindi relativi alla totalita' della sperimentazione, sono documentati alla pagina di progetto. Le restituzioni grafiche, spesso bozze e appunti, illustrano il diverso sondare i singoli aspetti del paradigma, quali le interfacce di accesso o la concretizzazione degli eventi luogo e totem.
Sono documentate alla pagina dei disegni.

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Stonehenge
Stonehenge in England
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