LA LETTERATURA E IL VIAGGIO
 

     …… correva e si portava un suo tempo dentro che scivolava nei tempi altrui, come
             una goccia d’olio su un vetro bagnato, e aveva una sua ora che doveva resistere
             a tutte le altre , per tutto il viaggio, e tornare intatta, una gemma intatta, affinché
             ogni istante potesse sapere se era un istante di ritardo o di anticipo, affinché     
             ogni istante potesse conoscere se stesso, e dunque non smarrirsi, e dunque salvarsi 
             - un treno che corre con nel cuore la sua ora, sorda a tutta le altre- per quel treno
             l’uomo coniò il rito, elementare e sacro:
           “ Tutte le mattine, un messo dell’Ammiragliato consegnava all’ impiegato di turno
             treno postale Londra - Dublino un orologio che indicava l’ora esatta. A Holyhead
             l’orologio veniva consegnato agli impiegati del traghetto di Kingstone riportavano
             l’orologio all’ impiegato di turno del treno postale. Quando il treno arrivava di 
              nuovo a Londra l’orologio veniva riconsegnato al messo dell’Ammiraglio. Così ogni 
              giorno, per centinaia di giorni."

                                  ALESSANDRO BARICCO “Castelli di rabbia”
 
 

                Erano giunti in cima a una salita. Drogo si voltò indietro a guardare la città contro
                luce; fumi mattutini si alzavano dai tetti. Vide di lontano la propria casa.
                Identificò la finestra della sua stanza. Probabilmente i vetri erano aperti, le donne 
                stavano mettendo in ordine. Avrebbero disfatto il letto, chiuso in un armadio gli 
                oggetti, poi sprangato le persiane. Per mesi e mesi nessuno ci sarebbe entrato, 
                tranne la paziente polvere e nei giorni di sole tenui strisce di luce. Eccolo rinserrato
                nel buio, il piccolo mondo della sua fanciullezza. La madre l’avrebbe conservato
                così affinché lui tornando ci si trovasse ancora, perché lui potesse là dentro
                rimanere ragazzo, anche dopo la lunga assenza; oh certo lei si illudeva di poter
                conservare intatta una felicità per sempre scomparsa, di trattenere la fuga del
                tempo, che riaprendo le porte e le finestre al ritorno del figlio le cose
                sarebbero tornate come prima.

                DINO BUZZATI “Il deserto dei Tartari
 
 
                                    Chi viaggia inizia un percorso che lo riporterà a se stesso, e già da questo si può
                                    Intendere che il viaggio può effettuarsi ben anche all’ interno di una stanza, oppure
                                    All’ interno della squallida cella del manicomio di Berna, come è accaduto a Wolfi.

                                    ULRICH WYSS
 
 

Considerate la vostra semenza:
 fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza“;
 Li miei compagni fec’ io sì arguti,
Con questa orazion picciola , al cammino,
Che pena poscia li avrei ritenuti:
e volta la nostra poppa al mattino,
 Dei remi facemmo ali al folle volo.
DANTE ALIGHIERI “Inferno “ canto XXVI
 
 
            Così, perduto ormai il senno , giunse alla determinazione più stravagante abbia mai
             preso un pazzo al mondo, cioè gli parve conveniente e necessario, sia per accrescere
             la propria fama, sia per servire il proprio paese, di farsi cavaliere errante e
             andarsene per il mondo con le sue armi e il suo cavallo in cerca di avventure e
             cimentarsi in tutte le imprese in cui aveva letto che si cimentavano cavalieri erranti,
             vendicando ogni genere di torti ed esponendosi a situazioni pericolose da cui
             potesse, portandole felicemente a termine, trarre onore e fama  eterna...

             CERVANTES “Don Chisciotte della Mancia “

 
                       Così alla notte sogno di un imbarco,
                       Capitani, capitani ,
                        passaggi di ferro, luci delle cabine
                       Brooklyn oltre le acque,
                       la grande barca amorfa, visitatori addii,
                       vasto mare oleoso -
                       un viaggio è il profitto o la perdita di una vita:
                       perché l’ Europa è la mia fantasia
                       in molti la vedranno,
                       in molti no -
                       anche se è l’ unica parola familiare
                       non un sogno mistico e astratto.

                       .................................................
 
                       E un lungo viaggio ancora non
                       compiuto, su antichi mari
                       navigando tra grigia nude dune sotto
                       lo spurgo di luce del mondo
                       verso porti di geografia infantile
                       la nave rugginosa
                       approderà a…

                       ...........................................

                      Verso quale città
                      navigherò? Quali selvagge case
                      andrò a occupare?
                      Che stanze e strade nomadi
                      e lumi nella lunga notte
                      sollecitano la mia attesa? Quale genio
                      della sensazione in antichi
                      saloni? quale jazz dopo il jazz
                      negli azzurri saloni futuri?
                      quale amore nei caffè di Dio?

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                      ALLEN GINSBERG “ da Siesta a Xbalba “
 

 
                                      " Gli ambasciatori mi avvertono di carestie , di concussioni , di congiure , oppure
                                      mi segnalano miniere di turchesi nuovamente scoperte , prezzi vantaggiosi nelle
                                      pelli di martora , proposte di fornitura per lane damasche. E tu?", chiese a Polo
                                      il Gran Kan. " Torni da paesi altrettanto lontani e tutto quello che sai dirmi sono
                                      i pensieri che vengono a chi prende il fresco la sera seduto sulla soglia di casa.
                                      A che ti serve, allora, tanto viaggiare?".
 
                                      ITALO CALVINO
 
 
 
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