I cosiddetti camini delle fate presenti
nella regione turca della Cappadocia sono il frutto di un processo
di disgregazione della struttura tufacea. I torrenti e il vento
hanno dato luogo a tali formazioni geologiche. I corsi d'acqua
si sono aperti una via nei dirupi ripidi spaccando e asportando le
rocce dure. In conseguenza all'erosione profonda del materiale molto
friabile nei fondovalle, il pendio si ritira. In questo modo vengono
fuori formazioni coniche protette dall'erosione dal
sovrastante cappello di roccia dura.
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Siccome la
Cappadocia nel passato subì spesso diverse invasioni, allo scopo di
offrire un rifugio alla gente in caso di pericolo, grazie alla
lavorabilità della roccia, vennero costruite delle vere e proprie
città sotterranee collegate con le case intorno attraverso delle
gallerie segrete. La gente che viveva nella zona per mettersi al
sicuro costruì delle stanze difficili da raggiungere e dei
trabocchetti in diverse parti delle case scavate nelle rocce in cui
vivevano e ne aumentarono il numero in caso di necessità. In questo
modo, cioè con la moltiplicazione dei corridoi e delle gallerie si
formarono le città sotterranee. |
La pirite
come dice il nome, fuoco in greco, è uno dei principali prodotti
delle eruzioni vulcaniche. Si tratta di rocce sedimentarie
clastiche, dovute all'accumulazione di prodotti detritici emessi dai
vulcani durante le loro fasi di attività esplosiva ed accumulati ai
piedi dei vulcani stessi.Di colore giallo, polvere nera, lucentezza
metallica e opaca in sezione, la pirite è frequentemente alterata
in ossido di ferro idrato dal caratteristico colore rugginoso. |