PARADIGMA e PUNTI DI VISTA
"... perché tutte le immagini portano scritto più in là..." La citazione da "Maestrale" risulta più che veritiera in questa occasione. La mia analisi è partita dalla comprensione del catalizzatore da me scelto, un quadro non semplice e ricco di significato nascosto: l'architettura non deve essere scontata, ma frutto di uno studio attento e completo sotto ogni punto di vista.
Emerge evidente un singolare paradosso: il titolo del quadro è riferito non alla figura che troneggia al centro della scena, ma a qualcosa che si staglia sullo sfondo, qualcosa ben in terzo piano. Ho interpretato questa particolarità come l'effettiva esigenza di non dimenticarsi di nulla, perché anche il particolare più insignificante può essere il centro della nostra opera.
Il mio primo passo è stato quello si snaturalizzare le immagini, eliminare, in pratica, la loro unicità, ma senza attribuirgliene una nuova. Se lo scopo del mio cammino è trovare un filo guida adattabile ad ogni mio progetto, bloccare le forme all'interno di una fisionomia definita sarebbe un errore gravissimo.
Le figure si smaterializzano e divengono delle sottili linee sinuose che si chiudono su se stesse (NATURALE). Entra quindi in gioco il colore. Come avevo già affermato il colore ha un ruolo chiave, basti guardare come influenza l'immagine nel suo insieme: riesce a risaltare e a nascondere in base alla tinta utilizzata. (Riquadri 1,2,3,4,5,6)
In un secondo momento ho ulteriormente generalizzato il tutto, riconducendo le forme sinuose a rigide e semplici figure geometriche per poi analizzarle secondo tutti i punti di vista. (EQUILIBRATO) Ho infatti immaginato di potermi muovere attorno al quadro e di trasformalo in una realtà a tre dimensioni: vivere quindi ogni suo angolo per apprezzare come interagissero tra di loro le diverse forme. (Riquadri 7,8,9,10)
Questo "viaggio in tre dimensioni" ha reso possibile la materializzazione di un'idea progettuale naturalmente riferita alla provocazione che mi era stata proposta: un grattacielo. (UMANO) I cassetti hanno assunto le sembianze di scale che, abbracciando la figura, la cingono completamente costruendo ampi luoghi di sosta, i puntelli che nel quadro originale sostenevano le sagome femminili, hanno preso sembianza di passerelle che connettono i due edifici, uno chiamato principale e l'altro secondario (EQUILIBRATO). Infine quello che era il cuore del quadro, le fiamme sul dorso della giraffa, si tramuta nel fulcro del mio edificio: un'immensa fonte di luce. (Riquadri 11,12,13,14,15)
L'ultimo riquadro è vuoto, è una provocazione. Credo che la soluzione ottimale per un progetto non si possa mai raggiungere, ci sono diverse possibilità e tra queste si sceglie la migliore, ma è sempre necessario lasciare aperta la possibilità di attuare eventuali cambiamenti. (Riquadro 16)
- 3 AGGETTIVI - CODICI - CATALIZZATORE -