TEMA DI PROGETTO
E’ la progettazione (a livello metaprogettuale) di un organismo composto da spazi abitativi il cui codice genetico è addotto da un immaginario di riferimento della cultura moderna. 

L’occasione progettuale è data dalla riconfigurazione di una zona a cavallo tra Milano e Corsico che necessita di un catalizzatore di processi evolutivi per acquisire nuova identità urbana.
 

Mi sono posto degli obiettivi soggettivi che concorrono alla definizione di un progetto che si riferisce ad unl mio immaginario progettuale di riferimento, e ho individuato degli obiettivi di progetto atti alla risposta contingente del territorio in cui il complesso abitativo viene posto. Risposta contingente in quanto si progetta il disequilibrio. 
 

"Progettare è attivare una logica di sviluppo capace di controllare l’evoluzione del sistema verso un obiettivo. Noi non conosciamo ancora questo obiettivo, o meglio, ne conosciamo alcuni attributi tali da definirne, in negativo, il grado di qualità ma non conosciamo come questi attributi potranno esplicitarsi nella forma artificiale che stiamo creando. Possiamo solo ipotizzare alcune qualità di questo esito possibile, come rispondente all’immaginario soggettivo di riferimento, anch’esso in trasformazione", (C. Soddu, E. Colabella, " Il progetto ambientale di Morfogenesi", Progetto Leonardo, Bologna, 1992).

La definizione degli obiettivi l’ho relazionata ad un immaginario di riferimento dal quale ne traggo delle adduzioni che mi sono d’aiuto anche nella ricerca di ulteriori obiettivi. Si ha una ricerca e contemporaneamente una verifica del voluto, il tutto mirato ad un aumento di complessità del progetto. Primo passo alla definizione di progetto una volta che si hanno in mente gli obiettivi e delle forme o logiche di intervento (adduzioni) è l’utilizzo di un catalizzatore di idee.
 
 

"…Quando dobbiamo intraprendere un progetto proviamo tutti, non solo chi si trova alle prime esperienze progettuali, un senso di vuoto... Il senso di vuoto deriva innanzitutto dal fatto che il nostro riferimento concettuale non è ancora progettuale... Il problema che abbiamo davanti nel tramutare la nostra idea in progetto è relativo a come procedere per esplicitare la nostra ipotesi, come attivare questo processo di elaborazione. Lo smarrimento iniziale davanti ad un progetto non è infatti dovuto alla mancanza di riferimenti, di richieste, o di possibili ipotesi. É principalmente dovuto al fatto di trovarsi in una situazione in cui tutto, dalle premesse ai riferimenti, dalle idee architettoniche alle ipotesi tecnologiche, è immerso in uno stato di equilibrio. Ed il progettare chiede una situazione che è esattamente il contrario di tutto ciò. É la trasformazione di una serie di eventi (richieste, idee, riferimenti) in un evento complessivo, complesso e formalizzato... La sensazione di vuoto, all’inizio di un percorso progettuale, è dovuta essenzialmente alla necessità di cambiare stato, da uno stato di equilibrio ad una dinamica evolutiva...Come possiamo innescare una progettazione ? Teoricamente dobbiamo porre qualcosa, nel nostro sistema in equilibrio, capace di scatenare un processo di trasformazione. Una volta attivato il processo, sarà possibile controllarlo attraverso logiche progettuali. Se si trattasse di un problema chimico, potremo rappresentare questa prima operazione come quella dell’innesco di una reazione. Essa si attua, normalmente, ponendo un catalizzatore all’interno dello miscela di elementi chimici presenti nel sistema. Questa presenza rende possibile la trasformazione di un elemento chimico in un altro. Ciò avviene anche se il catalizzatore non compare direttamente nel processo che attiva. O meglio non compare né tra i reagenti né nei prodotti, ma solo come VEICOLO attraverso il quale l’evento accade. La trasformazione, una volta innescata, segue le regole proprie di un divenire, e si svolge con il parametro indispensabile del fattore temporale, che non era presente nella fase precedente. Anche per innescare un divenire progettuale dobbiamo inserire il fattore temporale e, probabilmente, utilizzare per questa attivazione un catalizzatore formale... Ma torniamo all’innesco del progetto. Cosa avviene un’attimo dopo che una forma casuale, soggettiva o che, comunque, non voleva essere determinante per il progetto, ha dato inizio alle danze? Tutti gli elementi fino ad allora diffusi uniformemente nello spazio, mentale e senza tempo, del pre-progetto cominciano a guardarsi intorno e collocarsi. La forma catalizzatrice li posiziona, li orienta nello spazio e fornisce loro delle possibili direttrici di sviluppo. Questa attività catalizzatrice è paragonabile all’emanazione di un profumo di seduzione per gli altri elementi presenti nello spazio a-temporale del pre-progetto…"(C.Soddu, E.Colabella, Il progetto ambientale di morfogenesi, Progetto Leonardo, Bologna, 1992).

Organizzati tutti gli elementi che concorrono alla definizione degli obiettivi siamo in grado di avere un primo livello: Il Paradigma.
Il paradigma indiziario è "un’ipotesi soggettiva di organizzazione complessiva di possibili connessioni e organizzazioni di rapporti, non solo degli elementi/richieste esistenti, ma soprattutto di quelle a venire, ancora sconosciute...." (C.Soddu, E.Colabella, Il progetto ambientale di morfogenesi, Progetto Leonardo, Bologna, 1992).
 

Si innesca ora una dinamica di evoluzione del progetto verso un livello sempre maggiore di complessità focalizzata in eventi che porteranno a degli scenari; questi scenari, se non risponderanno agli obiettivi prefissati o ai nuovi dati dalle richieste contingenti, saranno messi in discussione con nuovi catalizzatori.