Giunta a questa fase della progettazione,mi trovo in una situazione in cui tutto,"dalle premesse ai riferimenti",è immerso in uno stato di equilibrio.Avere degli obbiettivi precisi non è sufficiente per attivare l'idea progettuale.Devo mutare i riferimenti teorici in riferimenti progettuali ed operativi.In questa situazione non è possibile continuare il percorso,si ha una sensazione di vuoto.E' necessario un passaggio di stato:dall'equilibrio al disequilibrio.Solo così avrà inizio il tempo progettuale.Questo mutamento consiste nell'organizzare gli strumenti in funzione al "COME" andare avanti,"come gestire la trasformazione successiva delle forme,sino al risultato finale".
In definitiva è indispensabile porre un catalizzatore che incrementi la capacità di evoluzione senza che esso indichi direttamente il prodotto finale.
Come contributo casuale,il catalizzatore si pone come elemento nuovo per esplorare il possibile.Esso è soggettivo,produce sempre nuove richieste e può essere identificato in qualunque occasione,capace di fornire lo stimolo necessario per dare l'avvio al progetto.
Il catalizzatore può essere qualunque occasione purchè sia in grado di formulare la formalizzazione delle richieste,quindi può appartenere non solo al mondo dell'architettura,ma a tutto ciò che ci circonda.
Nel mio caso,ho considerato come catalizzatore un quadro di Wassily Kandinsky:"OMAGGIO A GROHMANN" in quanto lo considero uno strumento stimolante ,un aiuto determinante per innescare la dinamica del progetto.
Il primo passo è stato quello di leggere in modo soggettivo il quadro e trarre,poi,un possibile paradigma indiziario.