Per lartigianato italiano si dà molta più importanza alla realizzazione tecnica piuttosto che alla ricerca stilistica.
Dopo il 1930 con lavvento dei primi razionalisti (il raggruppamento del MIAR, il "Gruppo 7", la gestione "Casabella" da parte di Pagano e Persico), si percepiscono i primi sintomi di qualche soffio daria nuova che farà da ponte verso la prima generazione del design italiano (Albini, Gardella, BBPR, Castiglioni ecc.)
Le tensioni e le contraddizioni del dibattito culturale di questo difficile periodo si riflettono anche sulla contemporanea produzione di lampade.
Da un lato si pone, infatti, la maggior parte della produzione ancora di tipo tradizionale la lampadina allo 44444; dallaltro si configura una ristretta produzione composta, se non di pezzi unici, di piccole serie che si liberano dalle decorazioni di tipo ottocentesco per proporre forme semplici e volumi elementari. Esempi rappresentativi di questultima tipologia sono le lampade di Pietro Chiesa per Fontana Arte e quelle ideate da Gio Ponti per gli uffici della Montecatini ; esse presentano forme riconducibili a cilindri, sfere, cubi, sono prive di qualunque tipo di decorazione e utilizzano materiali come il metallo per la struttura e il vetro per i diffusori.
Accanto a questa piccola produzione "firmata" ne esiste unaltra di uso tecnico - lampade da lavoro o da disegno - che, ponendosi al di fuori del dibattito stilistico e dellintenzionalità formale, non subisce alcun condizionamento estetico e si propone sobria, elementare e di disegno tuttora molto attuale.
Lunico avvenimento curioso e singolare è la Luminator (per lEsposizione Internazionale di Barcellona 1929) di Luciano Baldassarri. Questo Luminator pur non entrando nella produzione di serie, costituisce un caso anomalo nel panorama italiano architettonico degli anni Venti. Si tratta di una delle prime composizioni plastiche per le quali sia stato utilizzato il tubo metallico.
Luigi Fontana fonda la sezione "Fontana Arte", vi collabora anche Giò Ponti, e poi ne affida la direzione a Pietro Chiesa (1933). Chiesa ha il senso delleleganza formale, del rigore e delle misure, della sobrietà; conoscitore dei materiali e maestro nella lavorazione del cristallo. E inoltre un competente in illuminotecnica. Giò Ponti ha disegnato (1931) per "Fontana Arte" una lampada a sospensione con dischi lamellari in vetro tenuti da distanziatori, che formano una sfera aerea e trasparente.
Si tratta di un periodo molto importante per il ruolo fondamentale giocato dalle riviste.
Si stringono legami tra designer e aziende :
Marco Zanuso à Arflex
Luigi Caccia Dominioni e Ignazio Gardella fondarono a Milano il negozio AZUCHENA per lesposizione di mobili e lampade
Achille Castiglioni à Flos
Gino Sarfatti apre il negozio Arteluce a Milano, punto importante per coloro che si occupano di arredamento moderno.
Enorme è il fascino esercitato dallequipaggiamento bellico degli americani, con la rigorosa funzionalità del disegno e con soluzioni dettate da precisi parametri tecnici quali la riduzione di ingombri e pesi per la trasportabilità.
Queste influenze, unite alleredità della produzione figurativa più colta anni Trenta, danno origine ad alcuni eventi che segnano linizio di quel settore del design italiano che darà i suoi frutti migliori a partire dal decennio Sessanta.
Nel 1954 la Rinascente promuove il premio Compasso dOro istituzionalizzando la disciplina del design e contribuendo alla sua promozione attraverso scelte oculate ed attendibili.
Per gli apparecchi di illuminazione la forma diventa più morbida e sinuosa a seguito della suggestione per la cosiddetta linea aerodinamica, più asimmetrica, spazialmente e volumetricamente articolata.
Una particolare attenzione viene rivolta alle possibilità dellilluminazione indiretta, sia attraverso la proiezione del fascio luminoso su soffitti e pareti, sia dotando la lampada stessa di superfici riflettenti. Il "tipo" della lampada a stelo viene riproposto con abbondante varietà di apparecchi, mentre si considerano e si approfondiscono le problematiche relative alle lampade destinate sia agli ambienti di lavoro sia ai giardini.
La produzione italiana più rappresentativa è legata al nome di Roberto Menghi e alla sua lampada da tavolo Libra Lux (Lamperti & C. 1948) che, con la caratteristica del contrappeso che libera lapparecchio dal morsetto, si inserisce nel tema ideale delle lampade "meccanicistiche" di Pietro Chiesa. Altri nomi : Vittoriano Viganò, Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e in particolare, Gino Sarfatti.
Si sfruttano meglio le caratteristiche materiali noti, si introducono (specie per i diffusori) materiali nuovi : liktan, plexigas, cellidor.
In questi anni non riesce ad emergere nessuna lampada particolare, come invece avviene in altri campi dove nascono per esempio la Vespa e la Lambretta. La più rappresentativa è la Libra Lux (Lamberti & C. 1948) con contrappeso che elimina il morsetto.
Si recuperano modelli e materiali dal mondo del lavoro e da settori tecnici dando vita alla lampada tipo: "Tartaruga". Dalle lampade di studi fotografici con alette nasce la lampada "Triedo" di Joe Colombo (Stilnovo 1972).
Si portano allinterno delle abitazioni le lampade di tipo stradali, dando risalto alle colorazioni.
Si "recuperano" manufatti di altri settori e usati per lilluminazione : un tubo di plastica per fluidi diventa una lampada "Boalum dellArtemide 1969 (Livio Castiglioni e Gianfranco Frattini) ; da una calza nasce la lampada di Bruno Munari per Danese (Calze o Falkland 1964)
Nel corso del tempo lapparecchio illuminante tenderà sempre più da una parte a proposi come strumento tecnico, sganciandosi così dalla tradizionale collocazione tra le componenti darredo, dallaltra invece tende a proporsi come oggetto significante, come oggetto-scultura.
Nel 1969 nasce, da unidea tecnologica di Achille Castiglioni e Pio Manzù, la lampada "Parentesi", che si caratterizza meccanicamente per la creazione di un attrito radente che vince la forza di gravità. Sempre nello stesso filone si colloca l"Eclisse", di Vico Magistrati, composto da semisfere girevoli a perno che permettono la regolazione della luce, il cui successo in Italia e allestero, è sancito soprattutto dalle innumerevoli copie.
Linvenzione nel 1959 della luce alogena, permette sostanziali mutamenti. Joe Colombo nel 1970 propone la prima Alogena a tensione di rete mentre nel 1972 Richard Sapper disegna la "Tizio" a bassissima tensione, linnovativa immagine formale, determinata anche della tecnologia, pur echeggiando, nel complesso, memoria zoomorfe.
Nascono alcune "Dive" :
queste lampade non sono riconducibili ad un particolare stile, ma si tratta di episodi progettuali unici, senza possibilità di seguito.
Lapparecchio illuminante è realizzato recuperando materiali e modelli dai settori tecnici e dal mondo del lavoro : la "tartaruga", lampada usata nei cantieri, viene riproposta per ambienti rustici o casual così come la lampada con gancio e gabbia metallica presente in tante officine meccaniche. Le lampade degli studi fotografici, con alette o bandiere per il controllo del flusso, suggeriscono nuove forme ed accorgimenti tecnici. Il Triedro di Joe di questa tendenza.
In questi anni inizia a prendere piede il problema del risparmio energetico. Nasce un rinnovato interesse per lilluminotecnica, sostanzialmente ancora attestata alle prime formulazioni razionalistiche, unito ad una conoscenza ergonomica sempre più puntuale ed associata ad un visione precisa e preoccupata del problema ecologico e delle risorse energetiche. Il rispetto per luomo, per le sue necessità, la salute e il comfort quotidiano, tornano ad essere elementi imprescindibili di ogni progetto.
Lattenzione si concentra sui compiti visivi relativi ad ogni attività; vengono riformulati valori di illuminamento idonei, si calcolano i volumi di emissione di una sorgente i lux risultanti nellambiente interessato.
Tutto questo era già noto ed applicato, negli anni precedenti, per i grandi progetti ma dal decennio Settanta diventa imprescindibile per qualsiasi progetto anche piccolo, pubblico o privato, grazie anche alla sempre crescente richiesta di tecnologizzazione degli spazi di vita.
La miniaturizzazione e lincasso di queste lampade ora anche a bassa tensione è importante anche per le forme stesse.
Sparisce la "carrozzeria" e si riduce lapparecchio alla nuda lampadina e agli accessori necessari al suo funzionamento tecnico.
I pionieri di queste scelte sono Livio e Piero Castiglioni con la "Scintilla" (Fontana Arte 1983) ; Enzo Mari con la serie di lampade "Aggregato" per Artemide 1976.
Levoluzione del tubo fluorescente, con più elevati rendimenti nella versione a tre bande e, successivamente, il miglioramento con i tubi a cinque bande hanno permesso la creazione e l'affermazione di sistemi di vario tipo, disegnati con estrema cura, attenti ai colori e caratterizzati da una grande versatilità.
Negli ultimi anni gli elementi segnaletici e gli apparecchi destinati alla diffusione sonora e alla sicurezza trovano alloggio allinterno del sistema stesso permettendo di non gravare gli ambienti di molte e diverse presenze tecnologiche.
Alcuni esempi :
Esistono sempre le "Dive luminose" di queste, i principali protagonisti sono:
Gae Aulenti, Vico Magistretti, Roberto Menghi, Matteo Thun, Marco Botta, Mario Bellini.
Le case produttrici di lampade sono tuttavia, protagoniste della continua ricerca, messa a punto e perfezionamento delle nuove sorgenti a vapori metallici, mercurio, sodio, ioduri.
La generale ricerca, che caratterizza un po tutto il settore industriale di questi anni, offre spunti e sollecitazioni anche agli operatori illuminotecnici, architetti e designer.
Infine, la generale presa di coscienza della situazione ecologica, il desiderio di energia, aria, vita, ed ambiente puliti, invita il progettista a produrre oggetti e strumenti durevoli, che non arrechino danno né alluomo né allambiente e che siano di facile smaltimento. LItalia di formazione eminentemente artigianale , individualista e creativa, fa proprie queste istanze e le proietta in tutti i settori produttivi recuperando materiali primari quali il legno, i metalli, il vetro, il cotone, la seta e presenta una grande vivacità anche nel settore illuminotecnico.