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Lo strumento

Lo strumento piu' consono per questa sperimentazione, mi sembra la Prospettiva.

La regola prospettica, è oggettiva, in quanto propone un sistema esatto di procedimenti geometrici, ma eminentemente soggettiva in quanto riproduce la percezione umana, e in questo senso, estremamente varia, aperta a diverse soluzioni.

Se prendiamo come esempio De Chirico, ci rendiamo subito conto che i suoi quadri raffigurano indubbiamente oggetti riconoscibili, (i manichini, i giocattoli, gli strumenti del pittore), ed elementi architettonici, calchi dell'antico, ritagli di luoghi e di citazioni, ma i vari "pezzi", sono posti tra loro in relazioni inedite e sorprendenti. Ne nasce innanzi tutto la mancanza di un legame diretto con la realtà (appunto percio' si tratta di un'arte metafisica, cioè che prescinde dalla realtà della natura e della storia, e che è priva di ambizioni conoscitive) e poi un senso di mistero, di enigma. L'enigma rimane irrisolvibile, ma non per questo è destinato a produrre angoscia, e nemmeno frustrazione: semplicemente la pittura afferma la sua volontà di parlare d'altro rispetto alla realtà, la sua assoluta autonomia. Il senso di inquietudine, che circola in alcune sue opere non presuppone un mistero risolvibile: la pittura rivendica orgogliosamente la sua capacità di creare un mondo che non esiste.

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