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Il Luogo

Perché il Primo maggio a Portella

 

Ci sono luoghi che sembrano predestinati, predisposti a fatti che poi in essi accadranno, luoghi in cui solamente quei fatti potevano accadere.

Diciamo fatti storici. Ma è certo che siamo noi che leggiamo quei luoghi nella luce dei fatti accaduti, che li carichiamo della loro suggestione.

Così è per Portella della Ginestra,  luogo di un doveroso pellegrinaggio. Un luogo quasi predisposto allo svolgersi di quella tragedia, una stretta valle sovrastata da alte, scabre colline rocciose.

Ma perché i contadini e i braccianti di Piana degli Albanesi e dei paesi intorno s’erano portati in quel luogo per celebrare la loro festa?

Perché per loro quel luogo era sacro. Era detto il punto del loro raduno.

Il poeta siciliano Ignazio Buttitta nel suo poema "A stragi de Purtedda" descrive questo luogo, dove l’apostolo di cui parla era l’oratore Nicola Barbato, un medico psichiatra, allievo del Lombroso, uno dei capi assieme a Garibaldi Bosco, De Felice Giuffrida, De Luca, Leone, Napoleone Colajanni ed altri, dei fasci socialisti siciliani.

Appartenente ad una delle prime famiglie di Piana degli Albanesi, Barbato* era uno di quelli che aveva guidato il primo vero movimento dei lavoratori in Sicilia, di quella Sicilia fino allora feudale, contadina e immobile che, a causa del formarsi di una nuova classe di lavoratori, gli operai delle miniere di zolfo, con nuova mentalità e nuove istanze, subisce uno scossone, una vera e propria rivoluzione culturale.

Il verbo socialista, viene vissuto da tutti, contadini e operai, uomini e donne, come una nuova fede religiosa.

Per questo, il governo centrale farà sentire il suo peso, le forze conservatrici la loro reazione.

Tra il 1892/93 ci saranno scioperi e scontri in più paesi, con bilancio di 92 morti tra i dimostranti e uno solo tra le forze dell’ordine.

Durante questa repressione Barbato assieme agli altri capi sarà arrestato, Scriverà dal carcere di Palermo a Cesare Lombroso: "illustre Maestro, tra le mie disgrazie, o meglio tra le funzioni del mio organismo, che mi gettano inesorabilmente tra i vinti nella lotta per la vita, domina prepotente il sentimento della dignità umana; per me e per gli altri voglio aiuto virile, non elemosine;

pur limitandoci, anzi forse perché ci limitiamo a soli mezzi rivoluzionari permessi dal codice penale, andiamo diventando per le vecchie società assai più pericolosi dei dinamitardi, pericolo che spiega l’odio e la persecuzione crescente contro i socialisti non dinamitardi".

Per la manifestazione sindacale unitaria di questo primo maggio, non poteva essere scelto dunque luogo più evocativo e simbolico, luogo più degno di Portella della Ginestra, la Pietra di Barbato.