Chi ama la motocicletta non la ritiene un semplice mezzo di trasporto, ma qualcosa di inspiegabilmente coinvolgente, una risorsa di emozioni, un organismo vivente capace di stimolare un senso di abnegazione talvolta morboso. E' arduo risalire alle ragioni di una passione talmente trascinante e difficilmente spiegabile a coloro che la ignorano; essa scaturisce forse da quella indefinibile sensazione di avventura che si prova ogni qualvolta si sale in sella, da quel sentimento di onnipotenza che si sperimenta o ancora da quella sensibile percezione osmotica che accompagna il viaggiare. La partecipazione è uno degli aspetti peculiari della guida su due ruote, che si concretizza nel movimento armonico, e talvolta frenetico, di uomo e oggetto alla ricerca continua di equilibrio e aerodinamica. Queste caratteristiche presuppongono lo sforzo e soprattutto l'imprescindibile necessità di confidenza e manovrabilità del mezzo, non solo sotto il profilo materiale ( peso, maneggevolezza ), ma anche sotto il profilo prettamente psicologico. L'esperienza della guida, proietta, talora, il pilota all'interno di una dimensione quasi ipnotica, nella quale la sensazione di unione con l'oggetto appare totale e ogni movimento naturale, intuitivo e previsto; la distanza tra corpo, mente e oggetto comandato si riduce, ogni minimo impulso del nostro organismo si riversa immediatamente amplificato e tradotto verso l'esterno dall'oggetto. Ho ritenuto interessante, nel mio progetto, tentare di ridurre ancor più le distanze tra mente e oggetto in favore di un più diretto e veloce scambio di informazione tra i due elementi. Perciò la gestione dei comandi investe progressivamente l'aspetto mentale demandando al corpo unicamente la funzione di movimento baricentrale. Lo spazio tra mente e comandi si restringe smaterializzando le strumentazioni e ripulendo le forme, innescando così un dialogo con l'oggetto fondato su movimenti più rapidi, naturali, a discapito di gesti manuali ingombranti e fuorvianti. Ogni motociclista presenta gusti, manie, comportamenti, necessità, istinti da sfogare sempre più differenziati tali che, chi si trova nella condizione di pensare una motocicletta, deve inevitabilmente considerare un ventaglio di variabilità molto alto, oppure indirizzarsi verso alcuni aspetti, mortificandone altri. La mia scelta si è diretta verso l'adattabilità, verso la confluenza nello stesso oggetto, di usi possibili e diversificati, verso la personalizzazione pratica e veloce dell'oggetto secondo esigenze, funzioni, emozioni e necessità fisiche del fruitore. Il mezzo si conforma così all'uomo dialogando con esso in modo immediato e molteplice, trasformandosi in funzione delle esigenze e dei gusti, nel modo più efficace, ma allo stesso tempo, mantenendo in ogni configurazione scelta, la riconoscibilità originaria della motocicletta.