Tesi di laurea - METAPROGETTO SCOLASTICO Per un'architettura del coinvolgimento

  INNESCO ALLA PROGETTAZIONE
  
Kandinsky 1910 
"Primo acquerello astratto"  
   Kandinsky, ad un certo punto della sua carriera, si mette a scarabocchiare come unbambino a cui 
siano dati carta ,matite e colori.
La fase dello "scarabocchio" è , notoriamente,
la prima fase del  disegno infantile, Kandinsky,
si è propostodi riprodurre  sperimentalmente 
il primo contatto dell'essere umano con un 
mondo di cui non sa nulla, nemmeno se 
sia abitabile.
 
  Figura20
 
Relazione         
 
 
 
 
 
RELAZIONE
 
Kandinsky: "La vera opera d'arte nasce in modo misterioso, enigmatico, mistico....., staccata dall'artista acquista una vita indipendente, diviene una personalità, un soggetto autonomo."
Abbiamo provato, in alcune opere di Kandinsky, il desiderio di metterci a giocare con le forme, i colori e i segni dei suoi dipinti, azzardandoci a ritagliare, sottrarre, modificare, sovrapporre e ruotare, i particolari che trovavamo all'interno delle sue opere.
Abbiamo cercato di accostare ai segni una funzionalità, ogni volta diversa, immaginandoci così una o più città virtuali. Ci siamo resi conto che c'erano una quantità illimitata di situazioni che potevamo creare con la nostra fantasia e il nostro gusto, finalmente avevamo cominciato a "distruggere" quel tanto odiato equilibrio iniziale......
Abbiamo inoltre scoperto che anche Kandinsky, ad un certo punto della sua carriera, utilizza come riferimento i bambini, iniziando una nuova fase definita dello " scarabocchio ". Egli si propone di riprodurre sperimentalmente il primo contatto dell'essere umano con un mondo di cui non sa nulla, nemmeno se sia abitabile. E' soltanto qualche cosa d'altro da sé: un'estensione illuminata, non ancora organizzata in spazio, gremita di cose che non hanno ancora un posto, una forma, un nome.
Kandinsky  si  propone  di   analizzare,   nel   comportamento   del   bambino, l'origine,  la  struttura  primaria  dell'operazione  estetica.   Infatti,  si  sa che il comportamento   estetico   cessa  quando  il   bambino,  crescendo,  impara  a "ragionare":  la prima  esperienza  del  mondo, cioè l'esperienza estetica, viene dimenticata, trapassa nell'inconscio.
L'ipotetico  bambino  con  cui  si identifica non soltanto dispone di certi mezzi tecnici ( carta, matite, colori ),  ma  è in possesso della convenzione per cui un foglio  di  carta  bianca,  benché  sia un oggetto dotato di larghezza, lunghezza, spessore e colore,  viene  assunto come la dimensione della virtualità assoluta, dove nulla è e tutto può essere.
Non  si  tratta  di  inventare  segni  per esprimere le sensazioni che si ricevono dalla  realtà  esterna,  per  esempio, di  servirsi  di linee per fare i contorni e di colori per fare le superfici. Per Kandinsky, sperimentatore rigoroso, il punto e la  linea  sono  quello  che  si  può  fare  con  una  punta  dura  e  tracciante; la macchia  colorata  è  quello  che si può fare con un pennello intriso di materia colorante  più  o  meno  diluita;   la  carta  è,  per  convenzione,  un'estensione illimitata  che  viene  interrotta qua e là dai segni e che diventa così, anch'essa, segno significante.
Kandinsky  si   serve   dei   colori  come  di  forze  manovrabili,  che  possono sommarsi   o  sottrarsi:  secondo  i  casi,  cioè secondo gli impulsi che trova, si vale dell'una per arginare oppure per sospingere  e  rilanciare  l'altra.   Ci sono poi  i  segni  lineari,  filiformi:  sono palesemente indicazioni di possibili moti, tracciati  che  suggeriscono  la  direzione  e il ritmo delle macchie vaganti sulla carta.    Mettono  in  moto  tutto  lo  scarabocchio:  sono  essi  che  danno  alle macchie colorate qualità di forze e non di forme, e al moto un ritmo.
 
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INNESCO ALLA PROGETTAZIONE
 
 
Composizione VI - 1913
 
Composizione VII - 1913
 
"Le opere d'arte, non essendo disegni  d'architettura trattano lo spazio  artificiale in maniera istintiva,  amplificando l'aspetto emozionale  di una circostanziata  comunicazione dei caratteri volumetrici,  spaziali, e di materiale" 
Giulio Carlo Argan 
 
  Figura21-22
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   INNESCO ALLA PROGETTAZIONE: IL CATALIZZATORE
 
  
Composizione VIII 1923 
 
" Il catalizzatore può essere qualunque occasione, purché di stimolare la formalizzazione delle richieste. Come nei processi chimici, molto di rado 
questo elemento catalizzatore entra direttamente 
nei processi di trasformazione che attiva. 
Quasi sempre esso è utile solo all'innesco e come stimoloal perdurare della trasformazione , ma solitamente non compare come componente dei risultati. In altre le forme che questo catalizzatore stimola non devono necessariamente  essere conservate nel progetto."
 
C. Soddu  E. Colabella 
Il Progetto di Morfogenesi 
 
 Figura23
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  INNESCO ALLA PROGETTAZIONE
 
   
 
  ......."Un'immagine astratta non possiede 
infatti precisi riferimenti alle tre dimensioni. 
Molto spesso non ne possiede affatto. 
Leggendo tridimensionalmente quest'immagine, 
e ricostruendo un modello spaziale pertinente, l'operatore, esegue un  progetto di architettura."....... 
 
 
C. Soddu  E. Colabella 
Il Progetto di Morfogenesi 
 
 Figura24-25
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  INNESCO ALLA PROGETTAZIONE
 
 
 
La nostra sperimentazione parte 
dall'interpretazione soggettiva e/o 
casuale nella lettura dei vari segni 
presenti nell'immagine, trasformati
in forme tridimensionale. 
 
 Figura26
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