INTRODUZIONE

 

L'oggetto della nostra sperimentazione all'interno del laboratorio di progettazione generativa sono le strutture spaziali reticolari.La guida che abbiamo seguito nella sperimentazione è stata la nuova metodologia di approccio al progetto, sperimentata operativamente, dal Prof. C. Soddu e dalla Prof. E. Colabella. Questa metodologia "Nasce dall’ipotesi di poter operare sperimentalmente nel campo dell’evoluzione temporale dell’artificiale utilizzando la falsificazione sistematica propria delle procedure di scoperta scientifica. In questa ricerca è stata quindi privilegiata la logica all’evento, il metaprogetto al progetto. Associando la logica progettuale allo sviluppo ambientale, in quanto ambedue sono procedure imprevedibili ma controllate dalla capacità del sistema di auto-organizzarsi per conservare la propria identità. Ogni logica di sviluppo (progettuale o evolutiva) esplicita una particolare struttura di ordine complesso e di densità di significati che la distingue, identificandola a prescindere dai singoli esiti contingenti, quindi dai singoli eventi realizzati. Il metodo operativo consiste nella realizzazione sperimentale, attraverso software originali di Intelligenza Artificiale realizzati ad hoc, di uno strumento capace di simulare le procedure logiche di alcuni specifici (e soggettivi) incrementi progressivi di complessità. Tale strumento opera sul virtuale possibile: ogni volta che viene attivato genera una sequenza di scenari architettonici/ambientali sempre diversi ma riconoscibili come appartenenti ad una stessa specie, rispondenti alla medesima logica progettuale... Ogni progetto di specie è un metaprogetto soggettivo in quanto non consiste in una soluzione finale ma in un sistema che genera un universo di possibili e paralleli scenari. La sua evoluzione non è gestibile modificando uno dei risultati ma operando sul codice evolutivo. La valutazione della qualità si basa sull’affidabilità del sistema a fronte dell’imprevedibile. Una affidabilità, questa, tipica dei sistemi viventi in quanto basata sulla capacità di auto-organizzazione e sul presupposto del possibile interscambio continuo dei componenti" ( C. Soddu, E. Colabella, articolo tratto dalla rivista DEMETRA, N°. 5 Dicembre 1993, Editrice Alloro).

I motivi che ci hanno spinto alla scelta di queste particolari forme costruttive come campo di ricerca, sono i seguenti: innanzitutto esse assumono un ruolo importante all'interno della storia dell'architettura segnando il passaggio tra le costruzioni tradizionali,in cui tutti gli elementi portanti si trovano in uno stesso piano, e le costruzioni a tre dimensioni in cui gli elementi portanti possono essere disposti in una direzione qualsiasi dello spazio. Esse rappresentano tuttora, per i progettisti, la possibilità di realizzare una nuova architettura di forma e di dimensione, con vantaggi tecnici ed estetici strettamente ed armonicamente legati. I maggiori vantaggi ottenibili dall'impiego delle strutture spaziali sono:

"Possibilità di ripartire le linee d'azione delle forze, che agiscono sulle strutture, nello spazio, in questo modo la maggior parte delle tensioni si eguagliano costituendo un campo di forze omogeneo, senza punte di carico troppo marcate e conferendo alla struttura una grande resistenza alle sollecitazioni esterne. Le tensioni interne diminuiscono e, insieme a queste, le sezioni necessarie degli elementi tesi e compressi; si realizza in tal modo un'apprezzabile economia di materiale. L'impiego dell'acciaio per la realizzazione delle strutture spaziali aumenta ancora i vantaggi sopra indicati, in quanto l'acciaio possiede grande resistenza a rottura sotto l'azione dei diversi sforzi meccanici. La Prefabbricazione e la Standardizzazione degli elementi costitutivi, l'impiego di manodopera meno numerosa, sono altri fattori che portano ad una maggiore economia"(Z.S.Makowski, "Strutture Spaziali in Acciaio".........)

A questo punto si rende necessaria una puntualizzazione riguardo ai concetti di prefabbricazione e standardizzazione sopra accennati, intesi non come produzione di una serie infinita di oggetti uguali, ma come produzione di una serie variata di oggetti industriali sempre diversi." Una particolare attenzione deve essere posta quando il progetto di morfogenesi opera nel design. Nell'oggetto industriale il progetto di specie esprime tutte le proprie potenzialità, dato che progettare il disequilibrio, la dinamica evolutiva, significa ritrovare negli oggetti generati il senso delle forme irripetibili e sorprendenti della natura. È come operare avendo come obiettivo una generazione di infiniti oggetti unici tutti differenti ma tutti riconoscibili come specie, come espressione plurima dell'idea compositiva che stiamo costruendo. E questi oggetti, che il progetto di morfogenesi genera in tempo reale come modelli tridimensionali, come oggetti virtuali, hanno caratteristiche strutturali che li rendono naturalmente adatti ad essere prodotti industrialmente con macchine a controllo numerico. Il progetto di specie e la produzione tramite robot presentano infatti sinergie eccezionali. L'utilizzazione di queste macchine ha, teoricamente, un costo economico equivalente sia che gli oggetti prodotti siano tutti identici, sia che siano uno differente dall'altro. Il costo della diversificazione si quantifica nel lavoro e nei tempi di riprogrammazione necessari alle variazioni dell'oggetto in produzione. Il progetto di specie annulla quest'incidenza, producendo, in tempo reale, oggetti virtuali diversificati, che possono essere già strutturati e formalizzati come riprogrammazione di una macchina a controllo numerico. Operare direttamente progettando la dinamica evolutiva è, quindi, un adeguamento/ribaltamento del campo specifico del design, che si pone in sintonia con una trasformazione, peraltro già in parte avvenuta, della produzione industriale: la riconversione dalla catena di montaggio ai robot. Il risultato è la riscoperta dell'unicum, come individualità all'interno di una specie, che ripropone nell'oggetto industriale l'aura di oggetto artistico unico (o di oggetto naturale irripetibile) che era stata negata dalla riproduzione tecnica di multipli. La generazione di unicum diventa normale anche nella produzione industriale, come lo è stata per secoli nella produzione artistica. Quello che oggi è ancora la norma, la serie di oggetti tutti identici, diviene un'eccezione dovuta al congelamento artificioso di un momento evolutivo. Questo approccio alla progettazione/produzione risponde globalmente ad esigenze che sono proprie della società contemporanea: una qualità totale che risponde ad esigenze non ancora poste, che crea le molteplicità dei riferimenti possibili prima ancora che siano soggettivamente espressi, ma all'interno di dinamiche di sviluppo in cui l'eterotipia diventa una chiave di lettura e controllo della qualità" (Celestino Soddu - Enrica Colabella "Il progetto ambientale di morfogenesi", Progetto Leonardo, Bologna 1992).

Nostro intendimento è di incrementare l'apporto tecnologico dei sistemi di strutture spaziali al fine di ottenere un miglioramento delle capacità adattive di tutto il sistema rispetto ad altre tecnologie costruttive, alla sistuazione ambientale e al contesto in cui si andranno ad inserire. Altro obiettivo che ci proponiamo di perseguire riguarda la possibilità di integrare l'interfaccia strutturale, in un sistema di gestione e controllo di molteplici contingenze micro e macro ambientali.

" La preoccupazione per l'uomo deve sempre costituire l'obbiettivo primario di ogni sforzo tecnologico".

Albert Einstein, (Archivio Einstein 58-418)

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