PARADIGMI INDIZIARI DEI CODICI EVOLUTIVI DELL'AMBIENTE

PRIMA MORFOLOGIA

"Raggiungere quella che gli altri chiamano una bella forma, attraverso qualcosa di fatto male."G.Pesce
La città è costruita sul colle Serravalle, gli edifici della prima morfologia hanno quindi due affacci, uno a valle ed uno a monte. Il primo che anche quello più importante, ha un'ingresso verso la parte abitata dell'edificio, spesso troviamo anche un'altro ingresso verso una sorta di magazzino, scavato nella roccia. L'accesso all'edificio è sempre contrassegnato da uno o più gradini ascendenti nella parte a valle e discendenti in quella a monte. Le finestre quasi in asse con l'ingresso, sono, in genere, posizionate centralmente rispetto alla facciata, hanno forma rettangolare e sono incorniciate dalla caratteristica trachite rossa, che nella parte inferiore dell'edificio veniva utilizzata per formare un piccolo bugnato di altezza variabile compresa tra i cm 60 ed i cm 150. Generalmente i bugnati e le mostre delle finestre e delle porte sono state intonacate e pitturate con colori diversi rispetto alla facciata, ma nelle numerose parti in cui manca il colore è possibile intravederli. Nelle nuove ristrutturazioni vengono lasciate a vista. Un sottile cornicione anche questo in trachite corona la parte alta dell'edificio, ricoperta, in genere, per metà da una terrazza e per metà dal caratteristico tetto a capanna, sotto il quale, nell'ultimo piano si trova la cucina dell'abitazione. A monte il prospetto è ancora più povero, una liscia parete interrotta solo da una piccola finestra ed una piccola porta d'ingresso. Permangono il bugnato e le mostre delle porte e delle finestre. Le case sono ormai dei semplici contenitori dove l'uomo occupa un piccolo spazio, del quale non ne ha deciso nessun elemento. Perchè non cercare quindi di personalizzare le parti di ogni singolo proprietario ed utente. Sarà una casa decisa dall'utente con camere su più livelli o su un solo livello, con forme differenti delle finestre, insomma una sorta di casa al metro, dove ognuno dicide per la parte che gli compete, prevedendo anche la possibilità di eventuali ampliamenti sia in verticale che in orizzontale.

SECONDA MORFOLOGIA

"...quest'acqua correva correva, sempre correva, eppure era sempre li, era sempre in ogni tempo la stessa, eppure in ogni istante un'altra."H.Hesse
Gli edifici della seconda morfologia, nella città libera sono quasi tutti uguali, hanno un'altezza maggiore rispetto a quelli del borgo feudale. Troviamo sempre un'unica stanza per piano, e nei lotti con due affacci su strada non è raro trovare due stanze per piano. Porte e finestre sono sempre in linea, ed anche in questa zona, le mostre di entrambe sono in trachite rossa. Le porte, che nel borgo medievale erano prevalentemente di forma rettangolare, sono arcuate nella maggior parte dei casi, e non più , se non in alcuni episodi, scolpiti nelle architravi. Una maggiore ricercatezza nelle decorazioni della facciata, i cornicioni diventano leggermente più massicci ed i bugnati più regolari. Spesso i bugnati e le mostre sono intonacati, e pitturati con colori simili al rosso, quindi una diversità di colorazione tra il piano terreno e gli altri piani, questi ultimi intervallati da linee marcapiano di diverso colore. Le coperture sono ottenute con il solito tetto a capanna, meno numerose sono le verande sul tetto.
L'uso di alcuni elementi caratterizzanti un'architettura non necessariamente conduce ad una specie monotona. Gli elementi che nella città libera ricorrono più spesso sono: edificio sviluppato in altezza con quattro piani fuori terra, finestre sempre allineate tra loro e con l'ingresso e disposte centralmente rispetto alla facciata, di forma rettangolare e con la mostra in trachite rossa, porte d'accesso generalmente rettangolari meno spesso con architrave ad arco, tetto a capanna, e sottile cornicione. Questi semplici elementi ricorrenti in tutte le architetture di questa parte di città , non generano mai monotonia. Sarà la diversità delle colorazioni, le variazioni dimensionali degli elementi, in tutti i casi queste architutture non sono mai uguali tra loro, tutte si somigliano e tutte dimostrano la loro personalità , formano una vera e propria specie.

TERZA MORFOLOGIA

"Il radicamento al luogo è espresso architettonicamente da pianterreni pesanti, arcate basse ed aperture profonde."C.Norberg Schulz
La terza morfologia edilizia è stata ottenuta dalla riedificazione dei vecchi edifici della città libera. Essendo però stati accorpati più fabbricati perdono la caratteristica di avere una sola stanza per piano e diventano dei semplici palazzi con un appartamento per piano. La facciata è in genere decorata con la trachite rossa, permangono i bugnati che in genere ricoprono il piano terreno, ma vi si possono trovare anche numerosi esempi in cui il bugnato arriva ad un'altezza compresa tra i m 1 e 1,5, permangono ancora le mostre delle finestre in trachite. Nell'ottocento appaiono i balconi, novità per Bosa, infatti da un'esame del centro storico si capisce che non erano nella tradizione dell'architettura del posto. I cornicioni divengono più sporgenti e lavorati e tendono a nascondere i tetti, ancora a capanna e le terrazze, arrivando ad una maggiore uniformità nello sky line del fronte strada. Appaiono numerose fasce marcapiano, ottenute o con la pietra rossa, oppure nelle soluzioni più povere con colorazioni di tonalità simili. Il piano terreno è ricoperto generalmente da volte a botte, più da volte a crocera, intermezzate da costoloni in trachite rossa. Le scale di accesso ai vari piani hanno forma quadrata, cioè i gradini girano intorno ad un cavedio della stessa forma, sono pavimentati con sottili lastre di basalto, più raramente con marmi. I solai dei piani superiori sono sempre realizzati con strutture in legno, mai lasciate a vista, ma sempre intonacate, e nelle abitazioni più ricche, troviamo numerose pitture, che nel corso delle varie ristrutturazioni hanno subito gravissimi danni.
Gli edifici della città ottocentesca anche se costruiti secondo gli stili e la moda del periodo, conservano alcune caratteristiche della tipologia bosana, sopratutto i materiali e le forme delle porte e dellle finestre hanno mantenuto continuità con l'esistente. L'uso della trachite rossa è una costante dell'architettura bosana, dalle sue prime espressioni sino ai primi anni '70 di questo secolo, quando furono chiuse le cave. Anche il basalto pietra assai dura veniva utilizzata per le parti maggiomente soggette ad usura. Dall'800 in poi si fa un grande uso di balconi, praticamente nei palazzi costruiti in questo periodo, in ogni finestra troviamo un balcone. La mostra di porte e finestre, anche queste onnipresenti, divengono più ricercate e curate, comunque nelle architravi d'ingresso, spariscono tutti quei simboli presenti nella città feudale e nella città libera, permangono le date di edificazione e dei piccoli intagli con caratteristiche riprese da quelli delle epoche precedenti.

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