Evoluzione del progetto




Matrice
3D
Centralità
Interfaccia
Estremità



Le prime ipotesi strutturate nel presente percorso progettuale hanno nell'immaginario di riferimento del corpo umano, il catalizzatore, come possibile veicolo delle iniziali formalizzazioni. Le adduzioni hanno indirizzano il progetto verso le prime scelte formali e tecnologiche, il catalizzatore, le richiama a sè, orientandole e disponendole; i primi scenari ipotizzati si sviluppano, dunque, attraverso una lettura soggettiva dei possibili bisogni, delle richieste che ho ritenuto necessarie. E' in questo momento del percorso progettuale che, nel paradigma indiziario, le richieste che venivano dalla crescita di complessità del progetto, per essere soddisfatte, necessitavano di un'ulteriore passaggio evolutivo della forma organizzatrice che, ampliando le proprie richieste, ritornava richiesta più sofisticata; l'organizzazione addotta dall'immaginario del corpo umano, non mi garantiva, infatti, il controllo del rapporto "fisico" utente-oggetto cucina, inteso, come gestione formale, come possibile tridimensionalità, fortemente legata all'obiettivo di interazione. Proprio il passaggio dalla bidimensionalità alla tridimensionalità, l'abbandono del gesto unidirezionale è diventato una richiesta al quale, il paradigma indiziario adottato, non era più in grado di rispondere, perchè troppo legato alla forma catalizzatrice della figura umana. Fondamentale importanza ha avuto, in questo passaggio, l'immaginario di riferimento relativo al secondo obiettivo che mi ero posto di raggiungere: la libera interazione tra utente ed elemento domestico. Questo immaginario di riferimento è stato la villa "La rotonda" di Andrea Palladio; in essa è stata soggettivamente letta, la possibilità di accedere ad una struttura, non da un solo lato, ma da più lati. La stessa matrice geometrica che caratterizza la villa, il cerchio e il quadrato, assumono una particolare importanza: se infatti nel corpo umano si può riconoscere una gerarchia fondamentale ( guardiamo una persona negli occhi, la affrontiamo, ci poniamo di fronte), nella matrice geometrica del quadrato, ma ancor più, in quella del cerchio, non è possibile individuare queste differenze, la sua stessa natura, elimina questa categoricità, inserendo quella "ambiguità del luogo" priva di riferimenti spaziali-formali o gerarchici. In questa fase evolutiva del progetto, rimane comunque il ricordo di molte formalizzazioni, matrici, interfaccia che acquistano nuovo vigore, nuove possibilità: definito un elemento centrale organizzativo, la sua matrice generativa (il cerchio che diventa cilindro) attraverso una procedura geometrica di sviluppo circolare genera la forma dei possibili ripiani, del controllo dei movimenti, della traslazione e rotazione. All'interno di queste nuove formalizzazioni, le ulteriori adduzioni fatte accrescono la complessità e la capacità di risposta dell'oggetto-cucina.

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