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APPROCCIO AL MICROSISTEMA


Una delle prime operazioni metodologiche con cui ci siamo dovuti confrontare è stata quella della costruzione di un modello tridimensionale virtuale del microsistema.

"Nel momento di innesco del progetto deve essere valutata la compresenza di un sistema dinamico che comunque è già in evoluzione, e col quale il progetto deve continuamente collegarsi: l’ambiente, naturale o artificiale nel quale il nuovo evento sarà collocato. Il contesto di riferimento si trova infatti, inequivocabilmente, in una situazione dinamica di crescita. Ed innescando il nostro progetto dovremmo, per così dire, prendere al volo il treno già in movimento dell’ambiente di riferimento."(C.Soddu-E.Colabella "Il progetto Ambientale di Morfogenesi").

Abbiamo dovuto definire quali elementi considerare di importanza rilevante e quali di scarso valore per la costruzione del modello stesso.

"Se infatti è indubbio che il contesto/ambiente di riferimenti è in evoluzione, la dinamica evolutiva che noi leggiamo e riproponiamo come modello dinamico capace di innescare il progetto è frutto di una valutazione ed interpretazione estremamente soggettiva, sia che si tratti di un contesto artificiale che naturale. Non è infatti pensabile che un ridisegno dinamico operato sull’evoluzione in atto nel contesto possa corrispondere, esplicitare una verità. È al massimo una delle verità possibili. È un fare emergere possibili sequenze simboliche capaci di riempirsi del nostro immaginario. È già, per alcuni versi, un orientare progettualmente l’universo distinto e statico del proprio immaginario. Chiunque altro, infatti, molto probabilmente avrebbe utilizzato altre unità possibili ne più ne meno pertinenti all’evoluzione storica, e con quelle avrebbe potuto costruire un modello dinamico altrettanto utile anche se diverso." (C.Soddu-E.Colabella "Il progetto Ambientale di Morfogenesi").

FOTOPIANO MICROPer costruire questo modello virtuale innanzitutto abbiamo dovuto definire dei confini soggettivi del microsistema in questione.La perimetrazione del microsistema è stata da noi effettuata utilizzando diversi codici di lettura soggettivi.

Probabilmente tra questi codici di lettura per noi il più forte è stato quello della rilettura dei flussi viabilistici che ci ha portato ad indicare come confini Via Terrachini e Via Luca da Reggio.

Questi assi viabilistici dal nostro punto di vista creano un confine forte ma non per questo sono da noi considerati come degli ostacoli, o delle barriere insuperabili, sono solo degli elementi di demarcazione.

Per quanto riguarda l’area edificata che si affaccia su Via Zucchi essa viene considerata perché da noi ritenuta importante come sfondo al parco che immaginiamo tra Via Matteotti e la stessa Via Zucchi, quest’ultima si è rivelata da una nostra lettura storica dell’evoluzione del microsistema una delle strade più importanti dello stesso, più di Via Matteotti.

Relativamente a Viale Olimpia è stato assunto come confine non per motivi di flussi viabilistici ma in quanto racchiude tra sè stesso e la Via Emilia (che è sicuramente l’asse di comunicazione più importante della città ed uno dei più importanti della regione) una fascia edificata che consideriamo come una "zona neutra" che secondo noi non va ad influire sullo sviluppo che immaginiamo per il microsistema. Questa zona molto probabilmente beneficerà dell’aumento di qualità del microsistema ma, secondo noi, non ha elementi per contribuire allo sviluppo dello stesso.

Unica eccezione a questa fascia è la zona del parcheggio frontistante l’ingresso dell’area della polveriera e l’area dell’Hotel Europa che crediamo possano invece interagire significativamente con le aree del microsistema che vi si affacciano ed incrementare la loro qualità.

I caratteri che compongono questo modello sono:

CUBOtutte le strutture edificate fuori terra di tipo permanente

CUBOgli ingressi a strutture sotterranee · la rete della viabilità

CUBOsi è cercato di dare un aspetto realistico ai caratteri cromatici degli elementi ridisegnati.

Non sono stati ridisegnati in dettaglio i prospetti dei singoli edifici in quanto sono stati considerati poco influenti sull’aspetto generale del microsistema; ciò è stato fatto pensando che avesse maggiore rilievo la forma generale dell’intero elemento.

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