Lo spirituale nell'arte - Wassily Kandinsky
[…] Questo annullare i suoni interiori, che sono la vita dei
colori, questo disperdere nel vuoto le energie dell'artista
è "l'arte per l'arte".
Per la sua abilità, per le sue capacità d'invenzione e di
sentimento, l'artista cerca un compenso, materiale. Vuole
soddisfare la sua ambizione e la sua avidità. A un lavoro
comune e profondo subentra la lotta per arricchirsi. Ci
si lamenta della troppa concorrenza e della sovrapproduzione.
Odio, faziosità, corporativismo, invidia, intrighi sono la
conseguenza di quest'arte materialistica e inutile.
Lo spettatore si allontana inesorabilmente dall'artista
che, non avendo per scopo quest'arte senza scopo, coltiva
altri ideali.
Comprendere significa capire il punto di vista dell'artista.
Si è detto che l'arte è figlia del suo tempo. Un'arte simile può
solo riprodurre ciò che è già nettamente nell'aria.
L'arte che non ha avvenire, che è solo figlia del suo tempo ma
non diventerà mai madre del futuro, è un'arte sterile.
Ha vita breve e muore moralmente nell'attimo in cui cambia
L'atmosfera che l'ha prodotta. […]
Un grande triangolo acuto diviso in sezioni disuguali, che si
restringono verso l'alto, rappresenta in modo schematico, ma
preciso, la vita spirituale. In basso, le sezioni del triangolo
diventano sempre più grandi ed estese. […]
Al vertice sta qualche volta solo un uomo. Il suo sguardo è
Sereno come la sua tristezza. E quelli che gli sono più vicini non
Lo capiscono. Irritati, lo definiscono un truffatore o un pazzo.
Così disprezzarono Beethoven, che visse da solo, al vertice.
[…] l'arte non è l'inutile creazione di cose che svaniscono nel
vuoto, ma è una forza che ha un fine, e deve servire allo
sviluppo e all'affinamento dell'anima, al movimento del triangolo.
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