Il
mio immaginario di riferimento per il termine
"paradossale"
è costituito dalla vasta opera
grafica
di M.C.Escher. Nei suoi disegni si perde
la
mia immaginazione: ciò che vedo è riconosciuto
impossibile
dalla mia esperienza ma
non dalla mia
percezione
che si lascia facilmente
ingannare e
convincere.
Il paradosso esiste,dunque,
unicamente
nella
mia mente ma non nella
realtà che percepisco
che
è immediata verità.
Un
discorso analogo si può effettuare per alcuni quadri di
Renè
Magritte, le
cui leggi,pur se impossibili sono rigorose:
egli
dà vita a situazioni e
luoghi "paradossali" attraverso
un'
inversione dei piani figura-sfondo, o
facendo coesistere
all'interno
della stessa immagine elementi antitetici
che
sovvertono le leggi di natura.