Il giorno successivo, girovagando per le strade polverose mi imbattei in un bimbo 
                                                            che, vinto dalla calura estiva, aveva abbandonato i giochi con i compagni e 
                                                                giaceva supino con le mani intrecciate dietro la testa; lo sguardo sognante 
                                                                  era perso nell'immensità del cielo terso; a cosa stava pensando? La  
                                                               curiosità fu troppo grande così decisi di addormentarlo, complice  
                                                          la mia verga dorata. Non feci in tempo a sollevarla che già il bimbo  
                                                     reclinava la testa sulla spalla chiudendo gli occhi, rapito dalle braccia  
                                                  di Morfeo. Mi concentrai e, sfiorando la sua testa con il palmo della  
                                            mano, vidi tutto. Stava volando: quale bambino non ha mai desiderato  
                                      farlo? Sentivo il vento sul viso, sentivo la maglietta che si gonfiava d'aria,  
                                   sentivo lo stomaco accartocciarsi quando si gettava nel vuoto; vedevo la  
                                  terra sottostante rimpicciolirsi scomparendo nel vortice blu del mare,  
                            vedevo i gabbiani planare tranquilli, sentivo l'umido delle nubi a bassa  
                       quota... Una secchiata d'acqua e la magia (di entrambi) sparì; tra le risate 
                   canzonatorie dei compagni che se la svignavano il bimbo si alzò,  
                ancora un po' intontito per il sonno bruscamente interrotto, e mi  
            guardò con aria interrogativa. Mi sentii un pochino in colpa  
          (strano a dirsi per uno come me!) per aver causato  
     l'accaduto solo per soddisfare una mia curiosità; ma  
  ormai che potevo fare? ...mmm, forse qualcosa  
potevo fare... Ci pensai un attimo: forse a Zeus  
l'idea non sarebbe piaciuta ma, in fondo, che  
male c'era? Mi slegai i  miei preziosi sandali  
alati e li porsi al mio piccolo amico  
invitandolo a provarli...  

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