"Narciso: il fanciullo prodigio, il bel giovane dallo sguardo calmo e penetrante di pensatore, dalle labbra severe e ben disegnate. Gli eruditi amavano in lui la straordinaria conoscienza del greco, quasi tutti la nobiltà e la finezza; molti ne erano innamorati. Ma la sua taciturnità, il suo dominio sopra se stesso, le sue maniere eccessivamente compite urtavano taluni".
"Tutto ciò che vi era di vitale e radioso in Boccadoro parlava chiaro: egli portava tutti isegni di un uomo forte, riccamente dotato nei sensi e nell'anima, forse di un artista ... Un uomo dai sensi fini e ricchi, che poteva sentire ed amare con tanta intensità il profumo di un fiore, un sole mattutino, un cavallo, un volo d'uccello, una musica."
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"Narciso aveva subito sentito in Boccadoro l'anima affine, benché sembrasse il suo opposto in tutto. Se Narciso era scuro e magro, Boccadoro era radioso e florido. Se Narciso sembrava un pensatore e un analizzatore, Boccadoro sembrava un sognatore e un'anima di fanciullo. Ma c'era qualcosa che li accomunava al di sopra dei contrasti: Entrambi avevano ricevuto un monito particolare dal destino."
"Noi spirituali che pur sembriamo
spesso guidarvi e dirigervi, non viviamo nella pienezza, viviamo nell'aridità.
A voi appartiene la ricchezza della vita, a voi il succo dei frutti, a
voi il giardino dell'amore, il bel paese dell'arte. La vostra patria é
la terra, la nostra è l'idea. Il vostro pericolo è di affogare
nel mondo dei sensi, il nostro è di asfissiare nel vuoto. Tu sei
un artista, io un pensatore. Tu dormi sul petto della madre, io veglio
nel deserto. A me splende il Sole, a te la Luna e le stelle."