IL PICCOLO PRINCIPE
 
Ho incontrato molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. (...) Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno numero uno, (...). Ma chiunque fosse uomo o donna, mi rispondeva :<E’ un cappello>. E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte. E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
 
(...)"Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano ? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste ! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."  La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe : "Per favore... addomesticami", disse. "Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose". "Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami !" "Che bisogna fare ?" domandò il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino..." Il piccolo principe tornò l’indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi ; scoprirò il prezzo della felicità ! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti". "Che cos’è un rito ?" disse il piccolo principe. "Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso ! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina : "Ah !" disse la volpe, "...piangerò". "La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..." "E’ vero", disse la volpe. "Ma piangerai !" disse il piccolo principe. "E’ certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni ?" "Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano". (...) "Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E’ molto semplice : non si vede bene che col cuore.L’essenziale è invisibile agli occhi".