"...si dice, e ne sono convinto, che sia difficile conoscere se stessi, ma è neppure facile dipingersi. Così in mancanza di un modello diverso, in questo momento sto lavorando a due ritratti di me stesso..."

VINCENT VAN GOGH


E' proprio difficile conoscere se stessi. Più si ha la certezza di sapere chi siamo veramente e più siamo sicuri di essere lontani dalla realtà.
Inizia qui il lavoro.

Quando iniziamo un progetto, lo facciamo quasi con angoscia, un terribile senso di vuoto ci assale proprio perchè non sappiamo come definire obiettivi che abbiamo o pensiamo di avere. Il problema è quindi riposto nel "come" procedere, a quale dinamica evolutiva affidarsi, e di certo non sono riferimenti, richieste o ipotesi quelle che mancano. Lo smarrimento iniziale è dovuto essenzialmente al fatto che noi e le nostre idee siamo immersi in un atrofizzante stato di equilibrio. E la parola equilibrio è sicuramente sinonimo di "nemico da combattere" nel caso si parli di percorsi progettuali. La progettazione è dinamismo, crescita, creatività, aumento progressivo di complessità. Tutto è quindi riposto nel combattere il "nemico" equilibrio e per fare questo abbiamo bisogno di un qualcosa che riesca a farci passare dallo stato di stagnante equlibrio a quello di disequilibrio. Quello che cerchiamo è un catalizzatore formale, ovvero qualunque occasione capace di stimolare la formalizzazione delle richieste. E queste occasioni sono estremamente legate alla CASUALITA' e alla SOGGETTIVITA' dell'individuo che progetta. Un qualcosa che non dovrà necessariamente permanere nell'esito finale, ma che sia capace di farci incominciare a "sporcare" il foglio da disegno...



"Qui ti bisogna seguitare con ordine, cioè distinguendo in propositioni, a membro a membro di ciascuna parte: e così sarai sanza confusione bene inteso..."

LEONARDO DA VINCI - Codice Leicester