La Luna è da sempre fonte di ispirazione per l'uomo. Il mistero e la sua magica luce hanno affascinato gli uomini spingendoli a dialogare con essa. E' come se fosse un "tramite" tra l'uomo e chissà chi, forse Dio... In una bella notte d'estate alziamo gli occhi verso il cielo e ne rimaniamo colpiti. Guardiamo la Luna ed è come se guardassimo Dio. Sembra poi così vicina, e per questo ci si rivolge a lei come ad un'amica: una splendida donna dall'aspetto misterioso, alla quale raccontare tutto. Ci si innamora della Luna. A tal punto che i sentimenti che proviamo per essa sono uguali a quelli che proviamo per una persona. La Luna trasfigura in una donna della quale innamorarsi perdutamente. Alla quale domandare aspettando una risposta, che arriva sempre, anche se sembra che non parli. Bisogna saperla ASCOLTARE, bisogna saperle PARLARE... bisogna CAPIRE.



CAPIRE è forse la parola giusta.
Intanto l'uomo si è divertito a giocare con le proprie parole e con la Luna. "Sei più tondo della Luna d'agosto" (e allora ragioni molto); "Vivi nel mondo della Luna" (e allora vivi di astrazioni); "Vai a Lune" oppure "Vai secondo la Luna" (e allora sei una persona volubile e capricciosa). Insomma, la Luna è vista come un qualcosa capace di "far lasciare" la Terra per un attimo o per molto di più.

Forse è giusto così: non si può parlare con la Luna senza lasciarsi andare un pò. Rimanerne affascinati e parlare un pò imbarazzati con lei. Parlare con lei e chiedere di Dio.