Lo "Zibaldone" 
 
IL PIACERE: VAGO E INDEFINITO 

"Da fanciulli, se una veduta, una campagna, una pittura, un suono, un racconto, una descrizione, una favola, un'immagine poetica, un sogno, ci piace e diletta, quel piacere e quel diletto è sempre vago e indefinito: l`idea che ci si desta è sempre indeterminata e senza limiti : ogni consolazione, ogni piacere, ogni aspettativa, ogni disegno illusione di quell`età tien sempre all`infinito". 

"Da grandi ... proveremo un piacere, ma non sarà più simile all'infinito, o certo non sarà così intensamente, sensibilmente, durevolmente ed essenzialmente vago e indeterminato. Il piacere di quella sensazione si determina subito e si circoscrive: appena comprendiamo qual fosse la strada che prendeva l'immaginazione nostra da fanciulli, per arrivar con quegli stessi mezzi, e in quelle stesse circostanze o anche in proporzione, all'idea ed al piacere indefinito, e dimostrarvi." 

Appr. IMMAGINI FANCIULLESCHE


NATURA E RAGIONE 

"La ragione è nemica di ogni grandezza : la ragione è nemica della natura: la natura è grande, la ragione è piccola." "L`uomo si allontana dalla natura e quindi dalla felicità quando, a forza di esperienze di ogni genere, ch`egli non doveva fare, e che la natura aveva provveduto che non facesse (perchè s`è mille volte osservato c`ella si nasconde al possibile, e oppone milioni di ostacoli alla cognizione della realtà) "."L`uomo alterato, cioè divenuto imperfetto relativamente alla sua natura, diviene infelice". 

Le azioni nate dalla forza delle illusioni, vive ed operose allo stato di natura, si raffreddano sotto l'analitica riflessione della ragione. Al progressivo allontanamento dell'uomo dalla natura, corrisponde specularmente l'aumento delle conoscenze che producono un'alterazione delle illusioni, che alimentavano la sua tensione verso la felicita'.