Giacomo Leopardi
        Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798, primogenito della più illustre casata del piccolo centro marchigiano. Il padre, austero e politicamente reazionario, fu, insieme con i precettori ecclesiastici, il suo primo insegnante. Ma l'ingegno precocissimo del giovane Giacomo e la sua estrema sensibilità, frustrati dalla freddezza parentale, lo indussero ben presto a riversare tutta la sua passione sui libri della biblioteca paterna e ne fecero un fenomenale autodidatta, esperto in lingue classiche, ebraico, lingue moderne, storia, filosofia e filologia (nonché scienze naturali e astronomia). Divenne saggista, poeta e traduttore.

Alla disciplina autoritaria e carica di pregiudizi della famiglia, e alla situazione di arretramento ed isolamento di Recanati (governata dal retrivo Stato Pontificio), si aggiunsero, verso i 20 anni, le sue precarie condizioni di salute, che gli procurarono una malattia agli occhi (per lungo tempo dovette smettere di studiare) ed una grave deformazione della colonna vertebrale.

Nel '21 il padre stroncò un suo tentativo di fuga da casa ma gli permise di soggiornare per qualche tempo a Roma, soggiorno che per il Leopardi si tramuterà in disprezzo nei confronti del clima frivolo e noioso della città.

Tra il '25 ed il '28 cercò di rendersi economicamente indipendente lavorando per diversi editori a Milano, Bologna e Firenze.

Il suo stato di salute peggiorò e si susseguirono le delusioni amorose. Passò gli ultimi 3 anni della sua vita a Napoli, dove morì di colera nel 1837.