Essa coinvolge molteplici aspetti
progettuali e, per essere raggiunta appieno, è necessario un bagaglio
culturale ampio e specifico allo stesso tempo da parte del progettista
e dei suoi collaboratori.
Pensando alla tranquillità
mi vengono in mente molte sfaccettature possibili:
- benessere fisico , da raggiungere
tramite un buon utilizzo delle risorse energetiche naturali (buona esposizione
solare, buona areazione e ventilazione, ecc.), per ridurre al minimo l'utilizzo
di impianti tecnologici;
- benessere psicologico, tramite
un'adeguata e sensibile progettazione degli spazi e dei volumi. Tale aspetto
di benessere "interiore" è, a mio avviso, particolarmente importante:
se il progettista riesce a connotare l'edificio di adeguate e particolari
caratteristiche, i fruitori godranno appieno degli spazi, comuni o privati,
e avranno modo di trascorrere istanti, ore, anni in armonia con se stessi
e con gli altri. L'edificio, in tal senso, deve offrire la possibilità
ai soggetti di svagarsi, di riposarsi, di svolgere attività lavorative,
ma anche di sentirsi "protetti": deve, cioè, dare modo di "fermarsi"
a riflettere in pace e silenzio, soprattutto in una società Occidentale,
frenetica, consumistica come la nostra.
Una sensazione simile, di temporaneo isolamento
dal resto della società, di riflessione intimistica, nonostante la
presenza di persone a pochi passi da me, mi è stata letteralmente
regalata da: