DEFINIZIONE GEOMETRICA DEL CAMPO VISIVO | |
Tenendo
ferma la testa e guardando con un solo occhio perpendicolarmente ad una
parete (fig.1 e 2), vi si individua un punto P avente dal piano terra la
stessa quota dell'occhio. Disponendo delle linee graduate a formare una
stella con centro in P, è possibile misurare l'ampiezza della superficie
di parete percepita dall'occhio dalla distanza VP. La superficie totale b (fig.3) percepibile è limitata in alto dall'arcata sopraccigliare a , da un lato dal setto nasale n , in basso dallo zigomo z , che formano una linea d , relativamente vicina al punto P, mentre dall'altro lato tale linea è molto più lontana. |
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Figura 1 | |
Poiché constatiamo che nella
sua funzione percettiva l'occhio può spostare il suo asse ottico
e mettersi a fuoco su un punto solo posto sulla direzione dell'asse, e che
tale spostamento avviene per rotazione dell'asse intorno al punto V , entro
certi limiti, ne deriva che la parte di superficie totale sulla quale l'occhio
può mettersi a fuoco, è un cerchio di centro P il cui diametro
BB è direttamente proporzionale alla distanza VP. La misura del rapporto
fra VP e BB , ci autorizza ad assumere e fissare come dato naturale dell'occhio,
che il lato AA del quadrato inscritto nel cerchio, è uguale alla
distanza VP. In tal modo viene definita l'ampiezza costante del cono, cioè
il suo angolo al vertice, formato dal punto di vista V e dal cerchio nel
quale l'occhio può vedere distintamente mediante rotazione e messa
a fuoco. La zona f interna al cerchio visivo è quindi una zona nella
quale l'occhio ha particolari capacità percettive, mentre la parte
b esterna ad essa viene percepita senza che l'occhio possa indirizzarvi
le sue capacità di messa a fuoco. |
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Figura 2 | |
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Figura3 | |
E' importante precisare che il cono
ottico così definito e quindi il cerchio visivo, non si sposta con
la rotazione dell'occhio, ma segue solo i movimenti del capo. Infatti il
cerchio ottico è il limite cui può giungere l'asse del sistema
ottico dell'occhio, nell'indirizzarsi al punto sul quale deve avvenire la
messa a fuoco, quindi il cerchio e il suo centro P non possono seguire l'asse
nei suoi spostamenti. Viceversa il campo visivo segue l'occhio nei suoi
spostamenti. Ciò è percepibile solo lateralmente se, guardando con l'occhio destro , spostiamo lo sguardo dal punto P al limite destro B del cerchio visivo; la superficie percepibile , che guardando in P si estendeva fino al limite mP, guardando in B si estende fino al limite mB. |
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Figura 4 | |
Analogamente per la visione
bioculare (figura 4) nella quale ambedue gli occhi fanno convergere i rispettivi
assi ottici nel punto scelto e vi si mettono a fuoco singolarmente. La parte principale della visione bioculare resta quindi un cerchio per cui il mondo esterno, ad esempio un'opera d'arte, viene ad interessare principalmente questo cerchio. In essa possiamo definire la geometria prospettica relativa alle cose che vi vediamo e che regola le diminuzioni e gli scorci. |