BRIAN ENO
Fra i suoi guizzi di genialità, uno dei più recenti, è quello che la musica possa riprodursi in forma generativa. Tutto iniziò con l'interesse per Eno di inventare "macchine che possano riprodurre esperienze musicali".Il primo tentativo risale all'edizione di Discret Music, nel 1975, in cui due semplici cicli melodici di diversa durata si ripetono separatamente potendosi sovrapporre arbitrariamente. Come l'autore stesso spiega, un ciclo di 29 secondi e un altro di 33 secondi si sovrappongono perfettamente ogni 957 secondi (29x33).Piccole variazioni di questa tecnica sono state usate anche in Music for Airports, On Land, Thuesday Afternoon e Neroli, che ha trovato un'ulteriore sviluppo nelle installazioni artistiche, in audio e video, prodotte successivamente. Usando infatti, dai 4 agli 8 registratori a cassette, era possibile inserire nastri tutti di diversa lunghezza fatti suonare in contemporanea. Così facendo, il momento in cui i nastri avrebbero riprodotto per la prima volta lo stesso suono in synch si sarebbe ripresentato solo dopo un pò di anni. A questo proposito confessa l'autore:"Amo questi spettacoli, specialmente sapendo che la musica che sto ascoltando in ogni momento è unica, e che probabilmente non sarà mai più ascoltata esattamente in quella maniera".
Ma le sue composizioni sono pur sempre "registrazioni", quindi, benchè la combinazione di diversi output possa essere diversa all'infinito, la sua registrazione come brano di un album è per forza di cose sempre la stessa.
Ispirato alle immagini sempre diverse generate da alcuni screen saver, Eno ha cominciato a pensare alla tecnologia informatica, come mezzo per arrivare a un qualcosa che fosse in grado di produrre musica sempre diversa, a un qualcosa che " facesse germogliare e crescere i semi del compositore". Questi semi nei fatti si sarebbero tradotti in set di regole e parametri, più che in precise istruzioni musicali. Rendendo queste variabili di tipo probabilistico, il pezzo sarebbe evoluto in maniera diversa a ogni "performance"."Potrei specificare l'universo entro il quale la mia musica suonerà e le regole che la svilupperanno, e poi diventare come uno degli spettatori, restando a guardare quello che succede".
Nel 1995 Eno riceve un cd di musica da una ditta inglese, la SSEYO che, a loro dire, rispecchia esattamente questi principi. Un paio di brani sono proprio come nello stile ambient dell'autore, come prontamente ammesso dai titolari della ditta, ma ciò che lo stupisce è l'accuratezza del risultato. Entusiasta Eno ordina una copia del software di authoring e, dopo aver superato i frustranti momenti dell'apprendimento delle regole di composizione e di funzionamento proprie del programma, comincia a comporre.
Koan così si chiama questo software (ora arrivato alla versione pro 2.6 è disponibile in versione dimostrativa su Internet), si riferisce direttamente alla scheda audio del PC, indirizzandola attraverso 150 parametri diversi, che specificano timbro, inviluppo delle forme d'onda, scala, armonia, ritmo, tempo, intervallo di frequenze eccetera. Molte delle istruzioni implementate sono di tipo probabilistico e quindi, invece di programmare precisamente gli eventi, come fa normalmente un sequencer, stabiliscono cosa fare a seconda degli eventi che si stanno realizzando, scegliendo fra diverse possibilità." Alcuni dei lavori sviluppati con Koan mi suonano come qualunque altro abbia composta personalmente. Essi per me simboleggiano l'evento di una nuova era musicale. Cent'anni fa, infatti, ogni evento musicale era unico: la musica era effimera e irripetibile e perfino le partiture classiche non potevano garantire un'esatta duplicazione, Poi è arrivato il grammofono...."
Affinando questo tipo di tecnica le possibilità che ne scaturirebbero potrebbero essere notevoli, basti pensare alla caratteristica, già valida per campi meno complessi, di imparare dal proprio stesso comportamento rigenerandosi.
A tutto ciò Eno ci sta lavorando su, al fine di far evolvere i brani verso una qualche direzione che li "migliori" continuamente, in modo da poter poi "salvare" i parametri generati per quella particolare combinazione come se si trattasse di un brano. Il che porterebbe questo tipo di musica ad assomigliare come tipo di evoluzione a quella della musica popolare, raffinata attraverso immemori passaggi di generazione.
"Ci potrebbero essere 3 diverse opzioni: musica registrata, musica dal vivo e musica generata, quest'ultima godrebbe dei vantaggi dei suoi 2 predecessori. Come la musica dal vivo, infatti, è ogni volta diversa e come la musica registrata è indipendente dai fattori spazio/tempo. Quella della musica generativa potrebbe essere un'area in cui molti sperimentatori potrebbero calarsi per esplorarla. Io la definirei una sorta di Artificial Intelligent Audio".