CENNI STORICI |
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Prima della città era il gruppo di case, il santuario e il villaggio; prima del villaggio il campo, il rifugio, la grotta e la cava di pietre; e prima di tutto questo una inclinazione alla vita sociale che l'uomo condivideva con molte specie animali. Ma nonostante le somiglianze tra le comunità umane e quelle animali, le prime erano uniche e si differenziavano dalle seconde sotto molti aspetti. |
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La trasformazione del villaggio in città non fu soltanto un mutamento a livello dimensionale ma soprattutto un mutamento di direzioni e di scopi. Infatti gli abitanti della città riconobbero ben presto i vantaggi derivanti dalla collaborazione, dalla pianificazione e dalla paziente applicazione ad un compito comune a tutti. Ma furono anche le nuove occasioni umane ad attirare verso gli agglomerati urbani persone da regioni anche remote. |
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"...gli uomini si raccolgono nella città per vivere; vi rimangono per vivere bene..." Aristotele |
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Nell'antica Grecia lo sfruttamento e il rigido controllo globale erano minori rispetto al passato, cosicchè sorse un tipo di organizzazione meno severo, al quale si accompagnò un sentimento di indipendenza personale sia nelle opinioni che nelle azioni. Così nella città la gente si raccoglieva non soltanto perchè vi era nata ma anche di sua iniziativa, alla ricerca di una vita migliore.
La città greca arrivò alla maturità nel V sec. a.C., quando Atene assunse una posizione centrale nella storia economica antica, costituendo una vasta federazione politica dotata di un'ampia rete di scambi: non vi fu stato che disponesse di maggior ricchezza.
In quel periodo essa non aveva ancora completamente organizzato la propria forma fisica, se non nell'acropoli, la quale era il centro spirituale della polis. |
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"...ma il germe della città greca era già ben sviluppato nel villaggio: l'assemblea dei magistrati nel pritaneo era la forma urbana del vecchio consiglio degli anziani; la piazza del mercato (agorà) era lo spazio aperto in cui si riunivano gli anziani e si radunava l'intero villaggio e in cui volendo si potevano esporre e barattare i propri prodotti; persino il teatro esisteva in embrione nel villaggio con i suoi rituali magici (feste religiose, riti della fertilità, etc.)..." L.Mumford |

L'agorà di Assos |
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Le origini dell'agorà sono state ravvisate nella sua funzione commerciale; sembra però più probabile che questa abbia accompagnato fin dall'inizio le due funzioni prevalenti: quella religiosa e quella politica. L'attività commerciale scaturì così piuttosto come conseguenza dei contatti tra le persone che avvenivano in queste occasioni.
Se nell'economia del V sec. a.C. l'agorà può essere appropriatamente definita la piazza del mercato, la sua funzione più antica e più prolungata nel tempo fu quella di luogo di riunione della collettività. Un simile luogo doveva essere esistito anche in passato, magari sotto un albero sacro o accanto ad una sorgente. In seguito le funzioni che tale luogo ospitava passarono nella città, per assumere forme più differenziate nel complesso contesto urbano. Ad ogni modo in origine l'agorà era soprattutto sede di discussioni; del resto non esisteva probabilmente una piazza del mercato dove, almeno in passato, lo scambio di notizie e di opinioni non abbia avuto la stessa importanza dello scambio di merci.
A partire dal VII sec. a.C., con l'introduzione delle monete d'oro e d'argento come nuovo mezzo di scambio, il commercio acquistò sempre maggiore importanza nella vita urbana.
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Il mercato di Mileto | Le funzioni economiche dell'agorà continuarono così ad espandersi. Queste esercitarono una tale pressione sulle funzioni politiche e giudiziarie che l'assemblea popolare, avendo bisogno di spazio, si trasferì dall'agorà in un luogo più appropriato, determinando però, nel medesimo tempo, il declassamento della funzione associativa dell'agorà stessa. Tuttavia in molte città l'agorà serviva ancora come mercato, come luogo di riunione e come sede per le feste e continuava a comportarsi come un involucro indiscriminato, non molto diverso dal foro della Roma Repubblicana. |
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"...sotto l'Impero, forse per la prima volta dalla comparsa delle prime città, l'uomo occidentale intravide, sia pure per breve tempo, che cosa avrebbe significato vivere in un mondo completamente aperto, all'interno del quale prevalessero ovunque la legge e l'ordine, mentre la cittadinanza, in tutte le accezioni del termine, era privilegio comune di tutti..." L.Mumford |
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Secondo la tradizione, Roma nacque dalla fusione di varie tribù residenti sui colli vicini. Simbolo di questa unione fu la fondazione di una piazza comune, il foro, sede del mercato e dell'assemblea nonchè in un primo tempo anche di gare atletiche e gladiatorie.
Le città italiche si distinguevano dalle città elleniche, oltre che per le mura e la forma rettangolare assunta, per la disposizione delle due strade principali: queste erano tracciate in modo da incrociarsi al centro della città dove si costruivano gli edifici sacri e dove al solito sorgeva il foro. Parte essenziale del foro doveva essere dunque anche un tempio, in quanto per proteggere la piazza del mercato era necessario renderla sacra. |
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Ma il foro non era soltanto una piazza: esso finì per diventare, in alcune città, un intero quartiere, dalla pianta assai complessa, con santuari, templi, tribunali, sale di consiglio e spazi liberi circondati da porticati maestosi. Roma si limitò in pratica ad universalizzare elementi che già esistevano (l'architetto romano trovò una forma per ogni occasione della vita collettiva) facendoli parte di una attrezzatura standard al servizio delle masse urbane. La trasformazione di un semplice spazio aperto nel complesso quartiere del foro cominciò prestissimo: man mano che gli imperatori provvidero ad ingigantirlo, folle sempre più numerose confluivano nel foro per fare spese, assistere ai servizi religiosi, chiacchierare e partecipare agli affari pubblici o ai processi privati. |

I Mercati Traianei |
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Forse è giusto pensare che qui, come nell'agorà della città ellenica, il commercio, pur non essendo la funzione determinante all'origine del foro, trovava in esso il luogo più adatto per corrispondere alle esigenze vitali della città.
Nelle città italiche la funzione sociale della città venne in questo modo anteposta alle sue funzioni ed ai suoi servizi utilitari. Il foro romano era il centro della vita pubblica di tutto l'Impero. Ma dopo tanta grandezza, nel III sec. d.C. iniziò un graduale decadimento. Con la decadenza dell'impero e la perdita di valore delle istituzioni tradizionali le città decaddero e lentamente si spopolarono.
"...l'antica cultura ellenica basata sull'armonia tra il corpo e lo spirito e la cultura romana dove il corpo aveva prevalenza assoluta, scomparvero nello stesso tempo... "L.Mumford
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