La
dottrina del Tao, la Via, e del suo aspetto immanente e agente, tê,
la Virtù, intesa come "potenza", costituisce una delle forme più pure
e complete di metafisica. I suoi "paradossi" - così vengono definiti
secondo i canoni della logica discorsiva occidentale - ne rappresentano
un aspetto caratteristico, il mezzo preferito per adombrare l'essenza
inesprimibile del sacro. Lontano da ogni dialettica e da ogni pensiero
analitico, il Taoismo ha caratterizzato in modo profondo la cultura
cinese, influenzando anche certe forme di buddhismo che diedero origine
alla corrente Zen. Chi si avvicina al cuore di questa dottrina radicale,
essenziale, priva di compromessi, ma anche densa e profonda, ne rimane
folgorato. I suoi principali maestri, Lao-tze, Lieh-tze e Chuang-tze,
parlano il linguaggio dell'eternità, sapendo disvelare, mediante metafore
e simboli, l'essenza del Reale a chi sa porsi in ascolto. Naturalmente
in un'epoca, come la nostra, che consuma e divora ogni cosa, banalizzandola,
anche la dottrina del Tao ha subito questa sorte, diventando uno dei
tanti fatti esotici in vendita nel mercato delle pseudoreligioni, dove
si affianca alle varie mistificazioni alla moda (a base di parodie del
tantrismo, del buddhismo o del sufismo), spacciate come vie salvifiche
per individui depressi o stressati dal lavoro. Anch'essa è stata ridotta,
e quindi sfigurata, dentro gli schemi della mentalità antimetafisica
e materialista, attraverso un processo ben collaudato di depotenziamento,
svuotamento e volgarizzazione. Essendo difficile e faticoso per molti
elevarsi fino al suo rango, si è preferito abbassarla di livello. Così
c'è chi vi ha visto una filosofia naturalista, del tutto indifferente
alla dimensione "verticale", cioè spirituale, o chi la ha resa una forma
di ginnastica mentale, utile per "stare meglio", realizzando così di
fatto un ulteriore indurimento e una progressiva solidificazione dell'Io,
risultato che è l'esatto contrario di quanto perseguito da ogni vera
forma tradizionale, tesa invece a sciogliere e annullare l'individualità
nel Sè trascendente.
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