MOTIVAZIONI

 "C'era ancora qualcuno convinto che l'uomo sarebbe stato pù felice se fosse rimasto sul suo pianeta ... Del resto se fosse rimasto sulla Terra non sarebbe stato uomo. L'inquietudine che l'aveva spinto a vagare sulla faccia del globo, che l'aveva spinto a valicare i cieli, e a scandagliare i mari, non gli avrebbe mai dato requie finchè c'erano la Luna e i pianeti a chiamarlo attraverso gli abissi dello spazio." (Clarke Arthur C., Ombre sulla Luna) 

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 La Luna non è solo quel bellissimo oggetto celeste che, di notte, risveglia il lato più romantico di ognuno di noi. Dietro questa visione c’è molto di più, enormemente di più. E’ stata una compagna per la Terra, probabilmente fin dalla sua nascita. E’ stata testimone dell’evoluzione dell’uomo. Ha assistito ad ogni suo successo ed insuccesso. E’ stata temuta, amata, odiata, venerata.

  

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 Fino al seicento l'uomo era considerato al centro di tutto, in una posizione privilegiata. Con Keplero e Galileo la posizione eccezionale dell'uomo nel mondo viene scardinata, ribaltando la fisionomia di quell’edificio sociale all’interno del quale aveva coltivato i suoi valori e le sue certezze. Non solo la terra non è più al centro dell’universo, ma l’universo stesso sembra non aver più alcun centro, né alcun limite. L’uomo viene così a trovarsi in balia dell’infinito. In questo labirinto, percorso da oscure corrispondenze, la realtà rischia di sfuggire ad ogni ragionevole progetto di controllo. Mentre la strada dell’armonia e dell’equilibrio, che caratterizzava le aspirazioni rinascimentali, non sembra più percorribile, mentre quella della scienza non sembra ancora sufficientemente delineata, l’uomo, che sino ad allora si era creduto al centro della creazione, cui Dio aveva sottoposto la natura e tutto il vivente affinchè su tutto potesse esercitare il suo dominio, diventa, in questo nuovo spazio cosmico onnicentrico, un pulviscolo, un nulla perso in un’immensità indifferente e impassibile che lo ignora.." Nel silenzio eterno degli spazi infiniti", la stessa fede tende a perdere i suoi caratteri di certezza, per diventare una scommessa su cui è conveniente puntare" (Pascal). Oggi gli effetti di quelle stesse teorie ripongono l'uomo in una posizione privilegiata, non nella sua fisicità ma nella suo essere, permettendogli di avere un sempre maggiore controllo della conoscenza; sempre di più così la mente dell'uomo si avvicina a quella di Dio. La Luna per noi rappresenta un nuovo ambiente in progress per l'uomo.

  

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 Quasimodo ha detto:"Ogni uomo ha desiderato da sempre di conquistare la Luna. Basterà rileggere le pagine più antiche di ogni cultura, per trovare questo richiamo perenne. Affidato a mille voci diverse, dalla tragedia alla favola, manifestato nella malinconia o anche nel sorriso dell'invenzione: ma il richiamo c’è, si ripete, ci ricorda continuamente la nostra condizione di creature costrette in un limite eppure sospinte al di là di quel limite. Fino a ieri soltanto, il poeta poteva, per tutti gli altri, passare questa frontiera sulle ali di Icaro o sulla groppa dell’ippogrifo... Oggi è stato raggiunto l’irraggiungibile". Il progresso è causa ed effetto di tutto questo.

 

  

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 Nonostante oggi la tecnologia permetta di andare sulla Luna, e probabilmente di installarvi una base permanente, ciò non è ancora accaduto. La fantasia ha sempre preceduto la storia come una splendente avanguardia. Continuerà a precederla... Gli uomini continueranno a vedere la Luna così come appare dalla Terra, anche se la sua conoscenza fisica e scientifica potrà essere approfondita o modificata. Non possiamo non concordare col professor A. J. Sternfeld, dell'Accademia delle Scienze sovietica, quando scrive:"Si può senz’altro affermare che l’immaginazione creativa dei poeti ha avuto una funzione di stimolo per la scienza nel campo del volo cosmico". In un certo senso sono loro che hanno mantenuto vivo nel cuore di ogni essere l'amore per il nostro pallido satellite, tramandando nei secoli un desiderio assetato di conquista. Forse se la Luna dei poeti non fosse esistita, chissà, l'uomo si sarebbe stancato di sognare il viaggio impossibile. In fondo quello che è importante è constatare che la scienza ha agito quasi come un esecutrice della fantasia degli uomini.

  

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 Nel cercare di cogliere le meraviglie dell'universo impariamo contemporaneamente a conoscere le meraviglie dell'uomo. L'uomo è da sempre stregato dalla Luna. "Sono circa quattro miliardi di anni che quel grazioso satellite gira intorno alla Terra, come una splendida donna solitaria che tenta di attirare lo sguardo su di sè". Finalmente ci è riuscita, ha catturato la nostra attenzione e quindi anche noi stessi. E come sempre accade quando si risponde a una tentazione simile, nasce una nuova vita, più ricca, più eccitante e più appagante. L'uomo può vivere e realizzare nella propria vita un infinito numero di destini, enormemente differenti, e quello che egli sceglie di incarnare non sarà determinato da ultimo nè dalla ragione nè dal buon senso, ma da un insieme di stimoli: "visioni che lo affascinano e lo trascinano ad andare oltre i suoi limiti". La possibilità di scegliere una vita terrena o lunare è un' occasione che solo oggi si presenta e che va ad aggiungersi ad uno di quegli infiniti destini.

  

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 L' opportunità di una vita permanente sulla Luna, con una nuova società, nuove conoscenze, nuovi problemi, nuovi modi di vivere, sarebbe la condizione ottimale per un interscambio totale tra Terra e Luna, e la possibilità che questo interscambio oggi diretto dal nostro mondo ad uno nuovo, in futuro si possa equilibrare se non invertirsi.

 

Il nostro desiderio di andare oltre i nostri limiti e di intravvedere nuovi orizzonti ci spinge a pensare la Luna come una nuova occasione progettuale.

  

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