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Gli Uffizi ed ancora più il piazzale che è tra i due corpi principali,collegano,quasi un lungo corridoio scoperto,il Palazzo della Signoria,sede del Governo,e la piazza omonima,cuore civile della città,racchiusi nello stretto tessuto urbano,con la luminosa apertura dell'Arno al di la del quale si inespica rapidamente il colle dove si stringe il rapporto con la natura.Dal lato del fiume,il passaggio esaltato dalla convergenza veloce verso il punto di fuga delle lunghe linee prospettiche,avviene attraverso il diaframma del braccio trasversale,ampiamente trasformato da un arco con due aperture laterali architravate,dai finestroni del primo piano e dalla loggia dell'ultimo,che lasciano vedere la luce proveniente dalla parte opposta.Queste caratteristiche creano,secondo me,un'emozione di scoperta.La fabbrica supera la monotonia,alleggerendosi per la presenza,in basso,del porticato ed in alto di una loggia oggi chiusa da vetrate e per l'apertura ai lati esterni,una verso la piazza della Signoria,l'altra verso l'Arno.Non c'è interruzione della visuale;il diaframma è dato dal profilo dei due lati dell'edificio e dal braccio trasversale;vi è un carattere di ripetizione che invita a proseguire.
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Le stesse considerazioni le ho riscontrate in un'altra struttura:la GALLERIA.
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Galleria
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