Il
periodo della "Rinascenza" come ad Atene

Il rinascimento è stato un vasto movimento culturale e
spirituale che è nato e si è diffuso in Italia alla fine del quindicesimo secolo. Esso
si è manifestato attraverso una più consapevole dignità dell’uomo ed una sua
maggior individuazione e rispetto, questo si è reso visibile in campo pittorico,
attraverso lo spazio razionalmente misurato dalla prospettiva ed attraverso una distintiva
e rigorosa indagine degli aspetti della realtà di rappresentazione della luce.
Il termine "rinascita" o "rinascenza"
è stato utilizzato per primo da Giorgio Vasari , al fine di indicare la parabola
artistica dell’Italia del quattro e cinquecento , la rinascita della civiltà e delle
motivazioni dell’uomo moderno, una vera e propria rivoluzione , un’esplosione
spirituale, artistica, ma soprattutto umana , che ha improntato , fino ai nostri giorni ,
l’intera cultura europea. Il rinascimento deve molto all’eredità lasciatagli
dall’umanesimo di Dante e Petrarca che gli ha insegnato ad apprezzare la dignità
dell’uomo come soggetto libero e la concezione che ognuno può essere artefice della
propria fortuna.

L’invenzione della prospettiva lineare,
tradizionalmente riferita a Brunelleschi e collegata ad una visione razionale e
tendenzialmente laica , del ruolo dell’uomo nel mondo , è alla base di un
rinnovamento esteso ad ogni forma di espressione figurativa e di cui il più appariscente
contrassegno è l’ammirazione per l’antichità classica , o meglio un orgoglioso
confronto con essa .
La prospettiva geometrica rinascimentale è
un’evoluzione della prospettiva empirica di origine fiamminga e che è stata
utilizzata anche in Italia nel protorinascimento da Giotto e Cimabue e che Leon Battista
Alberi ha codificato , definendo il quadro come sezione della piramide visiva .

Nella pittura cinquecentesca si cerca la costruzione di
volumi ideali e di figure immerse in atmosfere terse e sottoposte ad un ordine di rapporti
spaziali geometrici .
Il fiorire della pittura è avvenuto in relazione alle
altre arti e da esse ha tratto impulso , sfruttando anche il potente traino del
mecenatismo praticato a fini di prestigio dalle sontuose casate italiane.
Immagine tipica del rinascimento è quella della
"vita come opera d’arte", della costruzione di sé e della propria fortuna
come unico, vero, naturale fine dell’operare umano. Nel quattrocento si è diffusa
l’idea che le attività umane avessero delle regole logiche che dovessero svolgersi
secondo criteri razionali.

Lo splendore dell’arte è divenuto il surrogato del
clangore della armi; l’utilizzo dell’arte come "mass media" per la
creazione di consenso e per il rafforzamento della propria immagine è anch’essa
invenzione rinascimentale.
L’architettura rinnovata dall’opera di
Brunelleschi , ha sostituto in pochissimo tempo le forme desunte dalla tradizione classica
e dall’architettura gotica, cambiandone i metodi di progetto, di realizzazione e di
organizzazione.
La figura dell’architetto è passata da quella di
"Mastro costruttore" a quella di "intellettuale delegato dal
committente".

Il controllo dell’architettura sul cantiere è stato
facilitato da nuovi strumenti tecnici , come la prospettiva ed il miglioramento dei mezzi
grafici ; da allora l’architetto ha avuto la priorità nel decidere dove e come
bisognasse intervenire sugli edifici.
Tutto questo è avvenuto nella ristrettissima cerchia
delle città italiane, come nella Atene di Pericle, dove la piccolezza numerica del mondo
dove si sono svolti i fenomeni ha prodotto un’eccezionale effetto di sinergie,
favorendo un rapido scambio di esperienze. |