IL TOGU NA


Il togu na rappresenta una struttura comunitaria del popolo dogon del Mali, in Africa. Al momento della fondazione d’un villaggio, il primo edificio che viene costruito per ogni quartiere è il togu na.
Molteplici funzioni si svolgono al riparo del togu na: la giustizia civile e di costume, la definizione del calendario agricolo, gli interventi di emergenza (carestie, epidemie, calamità naturali), decisioni amministrative. Inoltre il togu na è luogo di riunione e incontri, di lavoro e di insegnamento, di riposo e di conversazione.
Togu significa riparo, na significa grande o madre, per cui il togu na è il “grande riparo”, il “riparo madre”; i Dogon lo indicano anche come “casa della parola” (la parola pronunciata nel togu na assume valori ed importanza che la differenziano da ogni altra).
Il togu na rientra sempre in dimensioni tali da permettere che la parola espressa in tono calmo e normale possa raggiungere chiunque sieda sotto al grande riparo.
Ulteriore dato unificante tra tutti i togu na è la ridottissima altezza dello spazio interno abitabile che impedisce all’uomo di rimanere in piedi.

Immagine della vista dall'interno di un togu na

A tale proposito ho inserito delle valutazioni di persone del posto e di studiosi.
Amadigné Dounion di Ireli: “Non è possibile litigare sotto il togu na, se un uomo si infuria si alza di scatto battendo la testa contro le travi del soffitto; è costretto a risedersi e gli passa la voglia di litigare”.
G. Calame-Griaule in Ethnologie et Language: “Le posizioni dei corpi influiscono sulla parola o, più esattamente, questa, seguendo la sua natura, si accompagna con tutta naturalezza alle posizioni che la favoriscono. La “vera parola” è quella pronunciata dall’uomo che parla seduto, posizione che permette l’equilibrio di tutte le facoltà, lo spirito è tranquillo, l’acqua delle clavicole è calma, la parola è al contempo posata e ponderata. I vecchi che si riuniscono per discutere sotto la “casa della parola”, sono sempre seduti, d’altronde, fatto significativo, questo riparo è così basso di soffitto che sarebbe impossibile starvi altrimenti. Colui che vuole essere ascoltato, che ha delle parole importanti da pronunciare, si siede, al contrario colui che parla seduto si alza bruscamente se viene preso dalla collera... Ci si batte in piedi, ma per riconciliarsi è necessario sedersi; non si litiga mai seduti... “.
La realtà dell’edificio togu na rappresenta la sommatoria dei diversi diagrammi fisici e metafisici impliciti in queste risposte; di fatto nel togu na si può stare seduti, si è indotti a parlare con calma e riflessione, si è riparati dal sole, dal vento e dalla pioggia, in qualsiasi ora della giornata, il grande riparo è fresco e ventilato.
Tra i Dogon non esiste comunicazione scritta, pertanto la conservazione del patrimonio culturale è affidata al rapporto orale, e quindi assume ancora più significato la struttura del togu na.
Per riconoscere la posizione dei togu na situati nella pianura del Séno, generalmente in corrispondenza del fronte Sud dell’edificio, vi è un’enorme pianta di fico selvatico le cui altissime fronde emergono su tutto il villaggio in tal modo visualmente localizzandone l’esatta posizione.
Il grande fico ha anche un significato simbolico, difatti è considerato una ripetizione simbolica del togu na perché, si dice, “ l’ombra del fico è come il riparo della parola”.


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