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Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
- Ma qual'e' la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan.
Il ponte non e' sostenuto da questa o da quella pietra, - risponde
Marco, - ma dalla linea d'arco che esse formano. Kublai Kan rimane
silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perche' mi parli
delle pietre? E' solo dell'arco che mi importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c'e' arco.
VI - Incipit
Un pensiero orale protratto tende ad essere altamente ritmico.
W. Ong
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Il circolo megalitico di Stonehenge e' stato il primo momento nella
verifica della procedura di controllo. Stonehenge si trova nella
Contea di Wiltshire, nell'Inghilterra sud occidentale, nei pressi
della citta' di Salisbury e non lontano dal corso dell'Avon. Il
luogo e' universalmente noto, cosi' come il grande recinto circolare
di triliti delimitato da un fossato arginato verso l'esterno. La
costruzione del complesso e' avvenuta in diverse fasi discrete, con
un momento piu' antico databile al III millennio avanti Cristo, e con
diverse probabili pause e' proseguita per successivi ampliamenti del
nucleo originario per circa un migliaio di anni. Stonehenge non e'
l'unico
recinto megalitico
presente nel Wiltshire, e per la verita' nemmeno il meglio conservato,
ma e' l'unico ad aver conservato nel nome l'antico suffisso
henge
assegnato in epoca altomedievale ai
cromlech pagani della zona. L'opinione prevalente tra gli storici e
gli archeologi e' che plausibilmente la costruzione di strutture
litiche, come detto alquanto comune nella zona del Wiltshire,
rispondesse ad uno sforzo di monumentalizzazione del paesaggio in
corrispondenza di una o piu' crisi caratterizzate dall'esaurimento
dei suoli e dalla
pressione demografica.
Non deve sorprendere
quindi l'associazione che e' stata proposta tra il complesso e
momenti rituali concernenti il ciclo delle stagioni e i
culti lunari.
Il complesso megalitico ha dimensioni ragguardevolmente imponenti:
complessivamente i blocchi monolitici di roccia posti in
opera dovevano essere, al momento del completamento, piu' di 160,
ammontanti a diverse centinaia di tonnellate di pietra, trasportata
interamente via fiume, o forse parzialmente via terra attraverso la
Salisbury Plain, da localita' lungo il fiume Kennet trenta chilometri
in linea d'aria piu' a Nord. Non e' chiaro se la parte che va dal
cerchio esterno ai cinque triliti esterni fosse coperta a capanna,
in paglia e legno, come sembrano indicare studi recenti: e' certo
invece che nel corso della costruzione vi furono diversi
ripensamenti, aggiustamenti ed almeno una, parziale, riconversione.
Probabilmente Stonehenge era un luogo di sepoltura, ed un luogo
comunque fas.
All'inizio dei lavori di interramento dei monoliti esterni,
sarsens
, il sito e' gia' uno spazio artificiale. E' stato
scavato un largo fossato circolare, incompleto ed aperto a Nord-Est,
a delimitare il cimitero: vi e' anche probabilmente un leggero
dislivello al centro, forse non piu' di sessanta centimetri. Sono
presenti cinquantasei fosse attorno ed internamente a questo
perimetro, dette oggi
Aubrey holes
dal nome del ricercatore che le ha scoperte, sede di interramento
dei corpi ritrovati in loco, le
quattro station stones, pietre di stazione, e un numero impreciso di
monoliti a segnare l'accesso.
Durante la seconda
fase il sentiero di accesso viene ulteriormente segnalato con la
escavazione di due fossati laterali, comincia la costruzione di un
primo cerchio interno di monoliti, i sarsens di accesso vengono
allineati e variati: esternamente viene innalzata la
Heel stone
, ancora eretta ed in posizione. Gli Aubrey holes vengono ricoperti.
La
terza e la quarta fase
fanno assumere al luogo l'aspetto
definitivo. Compaiono i due monoliti gemelli all'ingresso del
fossato, di cui una, sdraiata, presente, la cosiddetta
Slaughter stone
, e viene definita la conformazione finale dei cerchi.
Quello esterno, composto di triliti a secco, sarsens verticali e
lintels
sull'orizzontale, incastrati con la tecnica a mortasa e
tenone, e quello interno, meno imponente, in bluestones. Solo alla
fine vengono posti in sede i cinque giganteschi triliti interni,
organizzati a ferro di cavallo aperto in direzione della Heel stone,
di altezza decrescente verso gli estremi, il consueto raddoppio in
bluestones, e la
Altar stone
, coricata fin dal momento della posa
in opera, esattamente al centro. La prima fase di sperimentazione
ha implicato la riprogettazione ed il ridisegno del sito di
Stonehenge al personal computer mediante software di
modellazione tridimensionale
, ottenendo una ricostruzione navigabile in prima
persona in scala reale. La stessa procedura e' stata poi ripetuta
con gli altri tre modelli di riferimento. Sono stati quindi assunti
come elementi organizzativi primari quegli eventi che segnalavano il
mutare del carattere di scaralita' dello spazio lungo una o piu'
direttrici di accesso: un tipo di lettura per sequenze di
spazi/eventi, un percorso iniziatico come detto, che ha come primo
referente razionale lo
spazio temenico
della chiesa cattolica, e
come calderone onirico il viaggio e lo stupore e la gioia di Hansel
e Gretel che trovano finalmente una
casa al centro del bosco
e le architetture fantastiche del regno del Kublai Kan di Calvino.
E' cioe' un pensiero pagano, magico, in cui il campo del certo e del
possibile poggia radici fragili sul libero dispiegarsi del
fantastico, in cui come Perceval ci si smarrisce a volte perche'
la strada piega, gira, si divide, si restringe, si interra, e a
volte perche' ninfe e naiadi ed il canto degli elfi inducono a
voltare la testa. Come nella queste del Graal, si cerca qualcosa
che si conosce in parte e che si vuole dominare e capire. Entrando
a Stonehenge un pensiero riposto ha aperto i cancelli di Mordor
ed ha segnato la via che da Minas Morgul conduce nel buio a Monte
fato, alla magia ed all'incantamento. Il paradigma indiziario
era sostanzialmente come detto un percorso
esterno/interno, da A a B, ipotizzato come differenziato nel suo
svolgersi da una serie di interfacce tra sezioni discrete.
Possiamo avere una buona
rappresentazione dello schema e della logica progettuale iniziale nella
figura a lato, in cui e' riportata la lettura per eventi morfogenetici
della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli ad Assisi: un
percorso direzionato, significativo, segnalato, che individua tre
zone, una esterna e due interne, che vanno dal caos all'ordine del
sacro. Interfacce sono il recinto murario, il portale, la zona
concava in corrispondenza dell'abside.
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In Stonehenge abbiamo un
percorso di accesso, individuato da un asse principale inclinato di
circa quarantacinque gradi ad Est sulla direttrice Nord/Sud ed
identificabile nell'allineamento Heel stone - Slaughter stone -
Altar stone, ed un grande recinto litico aperto, racchiuso al centro
di un'area circolare di circa cento metri di diametro limitata da un
fossato ed aperta in corrispondenza dell'asse, contenente a sua
volta un ulteriore recinto ad anello. Al centro geometrico dei due
circoli di sarsens lavorati si trova la Altar Stone. Gli eventi e
le interfacce del paradigma indiziario si sono moltiplicati, sono
intervenute variazioni formali e procedurali rispetto al modello
onirico di riferimento, al quale vengono sottoposte richieste di
formalizzazione precedentemente inespresse. Seguendo la traccia del
paradigma distinguiamo adesso almeno due distinte sone di mediazione
tra fuori e dentro, con due distinte interfacce: la prima comincia
alla Slaughter stone e procede rettilinea e direzionata sino al
cerchio piu' esterno, dove si sdoppia in un nuovo movimento circolare
e radiale; la seconda e' la zona anulare compresa tra questo cerchio
esterno ed il ferro di cavallo interno. Abbiamo quindi l'adduzione
al percorso rettilineo di un percorso circolare e radiale che e'
anche omoteticamente e concentricamente raddoppiato. Lo schema e'
riportato nella figura che segue.
Schema tridimensionale delle differenziazioni dei percorsi e degli
eventi/interfaccia individuabili nel cromlech di Stonhenge.
Immagine realizzata con Autodesk 3DStudio.
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Variazioni formali rilevanti hanno invece
investito l'interfaccia esterno/interno: piu' interessante e capace
di indurre trasformazioni procedurali e' stata ritenuta la
definizione per sottrazione del limite esterno, il fossato. Un
nuovo evento, concretizzato dalla Altar stone, segnala la presenza
di un punto focale, il centro. Il semplice percorso iniziale
soglia/recinto/percorso/luogo, rettilineo, unidirezionale, puo'
essere letto come una piu' strutturata sequenza
soglia/percorso/recinto/luogo/soglia/recinto/luogo/recinto/luogo,
ricorsiva, e che adduce inoltre una forte componente ritmica. Sono
evidenziabili un centro, assente nel paradigma indiziario e motore
di trasformazione, una ridondanza tipica del
pensiero orale
, la circolare ciclicita' del tempo del mito, e viene segnalato un
ulteriore evento primario, interfaccia tra luogo sacro e la o le
divinita', che definiamo totem, porta verticale.
Modello tridimensionale del circolo megalitico di Stonehenge
Nota
Sperimentalmente, mediante software di modellazione tridimensionale
e schemi su carta, sono state condotte opportune
verifiche e scandagliamenti relativi alla capacita' di risposta del
paradigma all'aumentare delle richieste di formalizzazione,
utilizzando permutazioni formali e variazioni procedurali quali
strumenti di verifica dell'identita' del processo: gli elementi
eterogenei rispetto al progetto di specie, derivanti spesso da
operazioni ricorsive tra i modelli, hanno consentito di valutare
empiricamente la soglia di plausibilita' degli eventi virtuali
individuati.
I modelli morfogenetici, leggibili come un flusso e
quindi relativi alla totalita' della sperimentazione, sono
documentati alla
pagina di progetto.
Le restituzioni grafiche, spesso bozze e appunti, illustrano il diverso
sondare i singoli aspetti del paradigma, quali le interfacce di
accesso o la concretizzazione degli eventi luogo e totem.
Sono documentate alla
pagina dei disegni.
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