...Passò dall'altra parte del fiume e prese a salire sù per le ripide gradinate attraverso i vigneti deserti, poi si perdette nel bosco e non s'arrestò finch'ebbe rggiunto l'ultima cresta. Là il sole splendeva tepido in mezzo ai tronchi degli alberi brulli; ai suoi passi i merli fuggivano nella macchia, s'accovacciavano timidi, guardando dal fitto dei rami con occhi neri lucenti, e in basso scorreva il fiume con un ampio arco azzurro e la città appariva piccola come un giocattolo; di lassù non si sentiva più nessun suono, fuorchè le campane nelle ore di preghiera. C'erano lassù piccole valli e tumoli ricoperti d'erba, avanzi di antichi templi pagani, forse fortificazioni, forse tombe. Egli sedette su uno di questi tumuli; la crepitante erba d'autunno offriva un sedile asciutto e l'occhio dominava tutta l'ampia valle e di là dal fiume le colline e le montagne, catene dietro catene, fin dove cielo e monti s'incontravano in un gioco di luci azzurrognole e non si distinguevano più...

(H. Hesse)