- Lo spazio deve essere organizzato secondo forme distributive bidimensionali (in modo che i percorsi siano facilmente identificabili).
- Devono essere rispettati gli standard previsti per lo svolgimento dell'attività.
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- Lo sfruttamento della luce naturale e lo sviluppo in altezza dello spazio devono avere un rapporto, rispetto alla superficie, proporzionale alla percentuale della componente meditativa dell'attività.
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- Deve essere concepita, a livello tecnologico, in modo da garantire una redistribuzione degli spazi per almeno il 30% della superficie.
- Gli impianti devono prevedere una riadattabilità dello spazio e un facile aggiornamento in base alle nuove richieste tecnologiche.
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L'architettura deve essere in primo luogo espressione della funzione alla quale è destinata e la deve rappresentare in ogni suo aspetto e modo di essere, così che chiunque la osservi riesca a percepire il motivo per cui è nata; ma anche perchè è nata in quel modo, deve mostrare cioè che è frutto e conseguenza di uno studio che l'ha modellata con quella forma, con quell'estetica, con quell'organizzazione degli spazi. Tutto questo è RAZIONALITA', ovvero elaborazione in modo perfettamente corrispondente al suo scopo, alla sua funzione.
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Quanto detto finora di per sè è sufficiente a suscitare un'emozione nell'osservatore (o utente), che tuttavia non deve diventare un contributo per l'identità stessa dell'architettura: chi vive l'edificio deve, inevitabilmente, subire l'influenza dell'oggetto delle sue forme, dei suoi colori, ma la percezione dell'edificio non deve essere essere stravolta a seconda della presenza o meno di utenti; per esempio una biblioteca deve essere percepita allo stesso modo sia che ci sia gente, sia che non ci sia. Solo così l'architettura assume una propria identità che diventa motivo di vanto, ORGOGLIO. Portando il discorso al limite, è come se l'oggetto architettonico fosse impassibile al fatto che l'attività sia effettivamente praticata, ma sensibile, come ho già detto, all'attività stessa.
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La fase progettuale non deve però fermarsi all'adempimento di una funzione per come è concepita al momento dell'ideazione, ma bisogna tenere conto dello sviluppo di neccessità differenti, dell'evoluzione delle esigenze e delle richieste degli utenti che usufruiranno dell'architettura, oppure semplicemente della voglia di cambiare. La capacità dell'edificio di evolversi con i tempi è la VERSATILITA' intesa come predisposizione ad adattare i propri spazi interni o più semplicemente la distribuzione di un singolo spazio interno.
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