Studente: Spano Giovanni Antonio
Matricola 169968

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Pagina aggiornata al 28/11/97

Bibliografia

Acquedotto romano

La cultura contemporanea riconosce alla città il ruolo fondamentale di aggregazione delle convivenze umane nel territorio: la città è il luogo della comunicazione sociale e della elaborazione e crescita della cultura urbana.
Lo sviluppo territoriale complessivo è legato a questa capacità aggregativa e produttiva della città.
In epoca post-industriale la città, come centro di elaborazione e decisione, assume una fondamentale funzione nella pianificazione territoriale. In modo specifico, il recupero dei valori e delle funzioni urbane qualificanti diviene il principale punto di forza nel progetto di sviluppo del Mezzogiorno italiano. Uno dei principali fattori che accrescono il divario Nord-Sud è rilevabile nella marcata crisi culturale e gestionale delle città meridionali: la perdita di identità che si manifesta nell'atteggiamento imitativo verso i modelli innovativi proposti dalle città mitteleuropee.
Da questo contesto di crisi della città meridionale, rilevabile anche in Sardegna, si stacca per la sua atipicità il caso di Olbia: un centro in fase di sviluppo accelerato che, saltando diverse tappe intermedie, sta abbandonando il ruolo marginale che aveva fino ai primi anni '60 per assumere quello di centro propulsivo del territorio della Sardegna nord-orientale.
Porto di Olbia

Tuttavia si tratta di una crescita non armonica volta soltanto ad alcuni settori produttivi e di servizio prevalentemente legati al turismo, altri vengono trascurati rimanendo arretrati o addirittura scoperti.
Queste carenze, unitamente all'assenza di una razionalità organizzativa dello spazio territoriale e urbano, impediscono in primo luogo la composizione di una nuova immagine culturale della città e, conseguentemente, l'acquisizione di una effettiva centralità nella regione territoriale che gravita attorno ad essa.
La mancanza di un disegno unitario ha provocato una serie di sovrapposizioni e conflitti tra le differenti esigenze organizzative dello spazio utile: esso ha raggiunto un tale livello di saturazione e di compromissione da rendere non più dilazionabile una sostanziale revisione dei metodi di gestione.

Castello di Pedres

Questa tesi parte da queste considerazioni per creare un programma di sviluppo sostenibile della città, con particolare interesse per l'area del porto romano dove le problematiche esposte vengono particolarmente evidenziate. Scopo della tesi è quello di creare una nuova dimensione della città riferita al porto romano, come luogo di interesse naturalistico e dalla particolare quanto significativa stratificazione storica a cui la struttura complessiva dell'insediamento si recapita. Una attenta configurazione dell'area diviene pertanto il supporto di un sistema localizzativo di servizi qualitativi per l'intera città di Olbia.

Ingresso del porto dal mare

La tesi si articola, quindi, su diversi punti: una fase preliminare di studio sull'evoluzione storica della città, una approfondita e sistematica conoscenza delle risorse territoriali nelle sue componenti naturali, storiche ed in particolare antropologiche , queste ultime analizzate anche attraverso lo sviluppo di tematiche riguardanti la cultura materiale, con particolare attenzione ai fenomeni infrastrutturali, agli oggetti concreti, ai materiali, ecc.
Una seconda fase progettuale, in cui viene presa in considerazione l'area del porto romano come occasione per una riqualificazione a più ampia scala, quindi il progetto di un padiglione espositivo attraverso un approccio compositivo complesso, legato alla contrapposizione del concetto di autosimilarità a quello di autoidentità, creando da questa contrapposizione una struttura ricorsiva-autosimilare, caratterizzata all'interno del processo compositivo dalla negazione del concetto di antropocentrismo. Gli strumenti per lo sviluppo del progetto sono alcuni procedimenti evolutivi cardine dell'architettura decostruttivista come lo scaling, il folding e il graft.
Alcune tematiche sviluppate all'interno della tesi prendono in considerazione le tecnologie avanzate e le loro implicazioni sulla vita e sulla cultura del nostro tempo. In particolare la Realtà virtuale che assume proprio nell'architettura, ma in generale nell'immaginario collettivo, un ruolo fondamentale coinvolgendo totalmente l'utente in una realtà illusoria dove l'architettura è protagonista.
Uno degli scopi di questa tesi è proprio quello di analizzare ed utilizzare strumenti per il controllo di questa "realtà". Un'architettura autoreferenziata, dove lo scopo della realtà virtuale è sia quello di ottenere un controllo del progetto per una futura materializzazione, sia quello di creare spazi virtuali totalmente "vivibili". Le sperimentazioni sulla realtà virtuale sono tali da metterci in contatto visivamente con uno spazio, e di farci al contempo percepire in modo diverso il nostro corpo e quindi di portarci a profonde riflessioni sul rapporto che esiste tra il nostro corpo e la totalità delle percezioni spaziali.
La possibilità di abitare mondi virtuali, reali e non reali allo stesso tempo, e di assumere un aspetto diverso da quello usuale, ha trasformato una volta di più i nostri canoni estetici, la nostra percezione del bello al di là dei giudizi che esprimiamo e dei modelli che in apparenza coltiviamo. Le tecnologie virtuali, interattive, multimediali, hanno cambiato naturalmente il nostro modo di vivere, di pensare, di vedere il mondo, di considerare essenziali certe cose e accessorie certe altre.
La realtà virtuale come attitudine naturale, ma anche nelle sue forme più strutturate e finalizzate, rispecchia i complessi meccanismi mediante i quali le società elaborano e trasmettono i propri modi di organizzare il mondo.
Il progetto è considerato occasione ideale per esplorare le possibilità concrete di una architettura modificante, teorizzata come attività testuale cioè come risultato di un processo di trasformazione storica.




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