OBIETTIVO

Riuscire a generare e a controllare gli spazi, i volumi, è questo l'obiettivo principale della mia sperimentazione.
Ciò che mi propongo di fare attraverso questa esperienza, è di raggiungere l'obiettivo del COME. In che modo si arriva a definire delle proposte piuttosto che altre. Questo perché è più stimolante riuscire a controllare operativamente un sistema in evoluzione, piuttosto che riproporlo identico ad altri.
Qui infatti ci si preoccupa di produrre l'UNICITÀ della specie e non il DUPLICATO di qualcosa che esiste di per se (un discorso quanto mai attuale e pericoloso).
L’intenzione è  quella di creare un codice capace di  generare e controllare lo spazio che ci circonda, partendo dall'ipotesi che correla la specie di appartenenza del singolo individuo, con la logica evolutiva che lo ha generato. Il modello  mi fornirà le procedure che definiscono la specie compositiva a cui esse appartengono, procedure che con la loro unicità garantiscono appunto la riconoscibilità della specie.
Il fatto che poi il codice che si utilizza per la lettura del contesto sia fortemente soggettivo, è  motivo per un ulteriore incremento di complessità dell'ambiente e di conseguenza  un  aumento della sua qualità totale.
Gli obiettivi da cercare di raggiungere, sono sostanzialmente due, primo cercare di costruire una struttura evolutiva capace di rispondere ai bisogni concettuali propri del progettista, e secondo attivare una dinamica di progressiva acquisizione di complessità. In sostanza bisogna attivare delle procedure morfogenetiche che fanno crescere il progetto sul piano della complessità.