Il luogo "Mani"
- immaginario progettuale di riferimento -
Philip Johnson 

Glass House, New Canaan, Connecticut, 1949.

"Entro i confini di una scatola di 167 metri quadrati Johnson adopera gli arredi miesiani, gli armadi e gli accessori moderni, le opere d’arte e il camino per organizzare lo spazio aperto in una complessa struttura tanto differenziata e articolata gerarchicamente quanto una villa giorgiana, completa di pareti rivestite in legno. E per ottenere questa eccezionale fusione di classico e moderno, l’architetto moltiplica i compiti attribuiti a ciascun elemento interno. Il dipinto di Poussin, ad esempio, assolve, alla funzione di opera d’arte, di parete divisoria che delimita una stanza all’interno della quale è situato il soggiorno, di porta della stanza da letto, di oggetto sospeso nel registro intermedio della sezione, stratificando lo spazio in tre piani, nonchè di margine dello spazio residuo individuato per sottrazione dal camino, dalla parete dell’armadio e dal bordo del tappeto" (D. Whitney e J. Kipnis, "Philip Johnson – La casa di cristallo", Electa, Milano, 1996, p.45).