Trigrammi
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L'azione reciproca di yin e yang, la coppia primordiale
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L'azione reciproca di yin e yang, la coppia primordiale
di opposti, appare quindi come il principio che guida tutti i
movimenti del Tao.  Ma i Cinesi non si fermarono a questo 
punto; continuarono a studiare varie combinazioni di yin e 
yang che organizzarono in un sistema di archetipi cosmici.
Questo sistema è elaborato nell'I King o Libro dei 
Mutamenti.
(...)
Il punto di partenza del libro fu una raccolta di sessantaquattro figure, o
'esagrammi', (...) che si basano sul simbolismo yin-yang e che furono usate come 
oracoli. Ciascun esagramma è composto da sei linee che possono essere sia spezzate (yin)
sia continue (yang); nel loro insieme, le sessantaquattro figure costituiscono
tutte le possibili disposizioni di quel genere.
(...) 
Il principio fondamentale che permette di ordinare le configurazioni, nell'I King, è
l'azione reciproca  degli opposti  polari yin e yang.
Lo yang è rappresentato da una linea continua , lo yin da una linea 
tratteggiata, e l'intero sistema
degli esagrammi è costituito in maniera 
naturale a partire da queste due linee. Combinandole in coppia, si possono 
ottenere quattro configurazioni:  e aggiungendo una linea
a ciascuna di a esse, si generano otto 'trigrammi':
.
Nell'antica Cina, si riteneva che i trigrammi rappresentassero tutte le possibili 
situazioni cosmiche e umane. Vennero designati con nomi che ne riflettevano le 
caratteristiche fondamentali - ad esempio, 'il Creativo', ' il Ricettivo', 
'l'Eccitante', ecc. - e furono associati a molte immagini prese dalla natura e 
dalla vita sociale. Essi rappresentavano, per esempio, cielo, terra, fulmine, acqua, 
ecc., come pure una famiglia formata da padre, madre, tre figli, tre figlie. Inoltre,
furono associati ai punti cardinali a alle quattro stagioni dell'anno. 
(...) 
Al fine di aumentare ulteriormente il numero delle
possibili combinazioni, gli otto trigrammi vennero uniti a
coppie disponendoli uno sull'altro. In questo modo, si 
ottennero sessantaquattro esagrammi (...). "   
                            
             
(F.Capra, Il Tao della fisica)