La  scala armonica

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Rapporti armonici tra metope e triglifi nel tempio di Salomone
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Facciata di S.Maria Novella, Firenze

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Schizzo di Villard de Honnecourt

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Il legame tra musica ed architettura, riconducibile al fatto che entrambe conferiscono un ordine, l'una nella dimensione temporale, l'altra in quella spaziale, viene esplicitato nel linguaggio comune attraverso metafore usate frequentemente: diciamo "ritmi di spazi", " motivi architettonici"," armonia di strutture" a proposito di piazze, vie ed edifici; oppure parliamo di "architettura polifonica", "equilibrio delle parti", "costruzione sinfonica" descrivendo un'opera musicale.
L'uso di termini che attengono a campi di percezione incrociati testimonia l'esistenza di una compenetrazione sinestesica tra suoni e forme che sta alla base degli studi di Pitagora e di tutta la trattatistica che ha posto i fondamenti universali della bellezza nell'armonia della musica:

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PITAGORA infatti per primo trovò la connessione tra musica e geometria, traducendo gli accordi musicali (definiti da lui come l'accostamento di suoni "che più piaceva all'udito") in numeri grazie ad uno strumento detto monocordo.
Egli si accorse che gli accordi corrispondevano a numeri interi e decretò che la musica, la geometria, il cosmo erano retti dalle stesse leggi dell'armonia.

Mondo antico, Medio Evo, Rinascimento, hanno definito le proprie regole per costruire in modo armonico, ma tutte risalgono a quei rapporti  di base definiti nella scala pitagorica. Abbiamo verificato alcuni modi di utilizzarla nei riferimenti sopra riportati.

Per esempio la progressione  tra le metope e i triglifi del Tempio di Salomone si basa sul rapporto 2:3, mentre il loro dimensionamento riproduce l'accostamento armonico di una quinta  (1 - 2/3) e di una ottava(1 - 1/2).

Nel Medio Evo le consonanze musicali venivano utilizzate tanto nelle cattedrali gotiche quanto nelle facciate cistercensi.Ne è un esempio lo schizzo del   libro-taccuino di Villard de Honnecourt (XIII sec.), che mostra come il rapporto1:2 (ottava) regolasse il disegno della pianta delle chiese.

Leon Battista Alberti, che definì la bellezza come "concerto di tutte le parti accomodate insieme con proporzione e discorso", suggerì scale armoniche fondate sulle progressioni dissonanti di due quinte (4:6:9) e di due quarte (9:12:16), oltre a quelle consonanti come quinta e quarta (2:3:4).
Tuttavia utilizzò soprattutto proporzioni basate sull'ottava (1:2) e la quinta (2:3), come è visibile nella facciata di S.Maria Novella a Firenze.

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