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Lusabilità è il parametro chiave di valutazione e accettazione del sistema da parte dellutilizzatore, in base alla sua utilità percepita. Gli indicatori importanti sono gli effetti di un uso parziale del sistema, che si verifica quando lutilizzatore sfrutta solo una parte delle funzioni disponibili, di uso nullo corrispondente al rifiuto dei servizi offerti dallo strumento informatico, di uso distante che si riscontra quando un utente potenziale non vuole usare lartefatto, ma chiede ad un altro di farlo a proprio beneficio.
Tuttavia questa prospettiva risulta debole sia sul piano applicativo che su quello teorico. Innanzitutto non è possibile distinguere con chiarezza, nelle stime soggettive dellutilità percepita, se ciò che viene valutato dallutilizzatore sia il sistema o piuttosto il modus vivendi che la persona ha stabilito con esso: può accadere che un sistema sia considerato usabile semplicemente perché lutente trascura le funzioni che non considera facili (Damodaran, 1984). Poiché inoltre è richiesta una verifica empirica sugli utilizzatori per valutare lusabilità del prodotto finale, seguendo tale logica non sarà mai possibile fare previsioni su un sistema ancora in progetto.
Da queste difficoltà nel produrre una definizione solida ed operativa si è giunti ad una ridefinizione del concetto di usabilità, che non è un attributo dellartefatto (ad esempio Personal Computer), né tantomeno ne è una descrizione locale.
Lusabilità non è un problema di organizzazione di una tastiera, di leggibilità di uno schermo, della disponibilità di icone, insomma non è riducibile a caratteristiche superficiali dellartefatto, perché "la forma non è sufficiente a rendere usabile linterfaccia" (Beard, Mantey e Teorey, 1987). Lusabilità va piuttosto ricercata nella compatibilità cognitiva uomo/interfaccia. "Uninterfaccia deve essere non solo fisicamente compatibile con le caratteristiche della percezione e dellazione umane, ma deve anche essere cognitivamente compatibile con le caratteristiche della comunicazione, della memoria e della soluzione di problemi umane" (Hammond e altri, 1987). Il modello del sistema che lutilizzatore si forma e il modello dellutilizzatore che il progettista ha incorporato nel sistema devono potersi incontrare. Inoltre occorre tener conto, già in fase di progettazione del sistema del contesto del compito che condiziona le strategie delloperatore umano, e non sottovalutare le limitazioni della comunicazione sociale uomo/artefatto rispetto al dialogo tra persone, che sono enormi, rispetto alle sue potenzialità, che sono ancora poco conosciute, preferendosi privilegiare laspetto della reciproca compatibilità cognitiva.
Anche nel dialogo uomo/interfaccia, non diversamente che nel dialogo interpersonale la conversazione nasce non solo dalla corrispondenza di schemi cognitivi, ma anche dal riconoscimento di scopi comunicativi comuni, dalla collaborazione di entrambi in vista del buon esito dellinterazione, dalla presenza di procedure socialmente accettabili capaci di recuperare i disturbi e le cadute della comunicazione nel corso del dialogo.