Nell'utilizzo di un'interfaccia vengono svolte procedure atte ad attivare od eseguire determinate funzioni, tutte fondamentalmente riconducibili ad alcune famiglie di procedure-base. 

Infatti azioni quali "digitare un testo", piuttosto che "comporre un numero telefonico" o "editare un fax" da spedire, possono rientrare tutte nella medesima categoria di azione, quella ad esempio dell'INSERIRE DATI; allo stesso modo, azioni come "accendere la TV", "collegarsi ad Internet" o "alzare la cornetta del telefono", si riferiscono ad azioni che permettono il COLLEGARSI A QUALCOSA. Infine, stabilire un programma di lavaggio in una lavastoviglie, oppure regolare la quantita di vapore in un ferro da stiro rientrano nell' OPERARE DELLE SCELTE, mentre inserire la chiave di avviamento di un'automobile appartiene sostanzialmente all'ATTIVARE/DISATTIVARE.

Appare quindi evidente come sia possibile ridurre la molteplicità dei possibili modi di interazione con l’interfaccia ad un numero ridotto di campi di azione, che rappresentano le famiglie di procedure e funzioni di base attraverso le quali è possibile interagire con qualsiasi modello di interfaccia:

  • INSERIRE DATI
  • OPERARE UNA SCELTA
  • EVIDENZIARE UNA POSSIBILITA’
  • STABILIRE UN COLLEGAMENTO
  • ATTIVARE/DISATTIVARE

Ad ognuno di questi eventi assegneremo arbitrariamente, in base alle adduzioni derivanti dallo studio che abbiamo svolto su di esse, uno o più modelli di interazione appartenenti all'ambito delle cosiddette azioni abituali.