Tesi di laurea - METAPROGETTO SCOLASTICO Per un'architettura del coinvolgimento

INTRODUZIONE
 
 
 
"Quando dobbiamo intraprendere un progetto proviamo tutti, non solo 
chi si trova alle prime esperienze progettuali,  un senso di vuoto. 
Questo anche se  abbiamo, o
pensiamo di avere, un obiettivo 
preciso del nostro progettare, legato
ad  una specifica (e soggettiva)
idea di  qualità dell'ambiente 
nel quale vivere." 
       
 C. Soddu E. Colabella 
Il Progetto di Morfogenesi 
 
 
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RelazioneRELAZIONE

La nostra situazione attuale ci  porta  inevitabilmente a riflettere su quale concezione di architettura ci siamo formati in questi anni. L'apparenza è che si sia  venuti  in  contatto (talvolta in contrasto) con un dibattito filosofico sul come e perché si sarebbe dovuta sviluppare l'idea di progettare un edificio, un oggetto, uno spazio....
Nel corso degli anni passati in questa facoltà abbiamo riscontrato diversi modi di fare architettura da parte dei progettisti che abbiamo frequentato. Personalmente  nessuna  idea ci è sembrata decisamente più convincente delle altre, nessuna ha avuto sufficiente forza per presentarsi come quella giusta, definitiva. La conclusione che ne abbiamo tratto è che proprio questa mancanza di risposte certe, di idee assolute, fa si che la componente artistica dell'architettura viva e continui a vivere, onde evitare che la materia possa mai trasformarsi in una scienza esatta.  Il problema risiede forse nell'astrattezza del lavoro universitario:  nella sempre maggiore distanza che separa il mondo reale, quello del lavoro, ed il mondo dello studio. Le esercitazioni sono spesso state solo esercizi formali, così come le  conoscenze e le capacità progettali personali sono spesso state valutate meno del  semplice gusto o della padronanza di tecniche rappresentative pittoriche, che nulla hanno a che fare con la professione reale dell'architetto.
A questo punto se tutte le interpretazioni dell'architettura che abbiamo incontrato hanno, seppur contrastanti, pari valore a noi non resta altro che sceglierne una? Sinceramente riteniamo più costruttivo tentare di realizzarci una nostra propria idea, che tenga conto di tutte quelle che abbiamo incontrato in università e al di fuori di essa, ma senza precluderci nessuna strada o possibilità.  A questo punto si  rende necessaria una costruzione mentale per darci dei principi, che forse non ci sono. I punti sui quali ci appare fondamentale porre  l'attenzione per la creazione di una "buona" architettura sono:  la tensione verso un'igiene ambientale e mentale - psichico che  inevitabilmente comprendono aspetti funzionali ed estetici, la tensione verso il progresso come miglioramento sociale e culturale tanto dei fruitori che degli operatori. L'altro aspetto fondamentale è costituito da quell'insieme di  parametri eco-bio-psicologici che si  possono riunire nel concetto di estetica. Qual è l'aspetto psicologico in architettura? Si possono inserire in questa categorizzazione tutte le sensazioni, non direttamente inviate dai cinque sensi, che un oggetto (dal cucchiaio alla città) comunica a chi lo osserva e vive.  Gioco,  paura, angoscia, gioia, riflessione, agitazione o rilassamento, creatività .... ogni luogo ha bisogno di contenere e trasmettere determinate sensazioni. Con un simile presupposto l'analisi deve necessariamente spostarsi sulla possibilità di formazione di un codice per la creazione di oggetti in grado di generare determinati stati emotivi. L'architetto non deve dimenticare che la sua opera influenzerà la vita di una o più persone. Il problema si pone in maniera molto urgente quando si deve progettare senza un obiettivo reale, come per una tesi di laurea. Non esiste infatti una committenza reale, ma bisogna imporsene una realistica, idearla, immaginarla e conoscerla fino nell'intimo, per essere in grado di soddisfare le sue esigenze. Dunque chi è il nostro committente ombra? Non c'è il Comune, i Beni Ambientali, i Pompieri. Se fosse il relatore o la commissione esaminatrice? In tal caso noi dovremmo solo progettare quello che la commissione si aspetta di vedere, quello che vuole. E se invece i committenti fossimo noi stessi? Forse sarebbe troppo facile. Potremmo altrimenti pensare a degli ipotetici personaggi di una favola..... Ma alla fine la scelta che appare più sensata è quella di scegliere una società reale, un tipo di committenza caratterizzata da precise esigenze abitative e di occuparsi di soddisfarle tutte, tanto meglio se un luogo atto a questo scopo ancora non c'è. Il fatto di dover progettare un luogo che ancora non c'è ci consente una grande libertà interpretativa ed operativa, svincolando il nostro lavoro da possibili riferimenti e decontestualizzandolo dal sistema architettonico canonico, rivolgendolo alla creazione di un prototipo. Per non commettere l'errore di emulare il già visto e per non imbatterci nelle trappole delle predefinizioni schematiche la nostra scelta tematica è caduta su un'entità socio-architettonica che non ha,
di questi tempi, nessun tipo di canonizzazione o formalizzazione usuale. Confrontarsi con un tema come quello del metaprogetto scolastico per un'idea del coinvolgimento ci consente dunque di operare con grande libertà formale, ponendo forte attenzione sulle funzioni che devono far parte dell'entità architettonica. Le esigenze del nostro progetto appaiono infatti ben definite e fondamentalmente indirizzate su tre funzioni principali: una culturale - formativa, una artistico-sociale, una ludico - ricreativa. Proprio dal presupposto del soddisfacimento funzionale di queste tre esigenze la nostra attività progettuale muove i primi passi.
La scelta di seguire questo metodo di progettazione per lo svolgimento della nostra tesi ci darà la possibilità di esprimere liberamente la nostra idea di architettura.

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  INTRODUZIONE
 
 
"Abbandoniamo il percorso basato sull'unicità del gesto creativo come affermazione perentoria del segno architettonico, per percorrere un procedimento aperto. Giungere all' inter soggettività attraverso una verifica molteplice, di alto spessore quantitativo dell'idea progettuale. L'atteggiamento operativo alla base di questo approccio 
è quello di produrre un modello e confrontarlo con le richieste." 
 
C. Soddu E. Colabella 
Il Progetto di Morfogenesi 
 
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