IL PERCORSO

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L'idea originaria di un possibile argomento di tesi era stata quella di considerare un eventuale progetto di incremento di complessità di un'unica piazza, esattamente Piazza del Popolo ad Arona, città posta al confine sud dell'area del Vergante affacciata sul lago Maggiore, luogo da noi conosciuto. Poi riconsiderando il discorso la conclusione è stata che poteva essere riduttivo non valutare un eventuale studio di caratteri comuni ed eventuali eccezioni nell'ambito generale di questo contesto. Nell'evolversi del progetto si è sviluppata l'intenzione di trovare dei codici da applicare agli stessi ambienti piazza laddove non si considerava raggiunta una certa idea personale di qualità, per poi intervenire in ambienti meno qualitativi . I campioni presi in considerazione sono i seguenti: per quanto riguarda la Riva Svizzera piazze di Locarno e di Ascona, per la Riva Lombarda piazze di Laveno, e di Luino, per la Riva Sarda o Piemontese piazze di Arona, Stresa, Baveno, Intra, Pallanza e Cannobbio.Le piazze esistenti hanno agito da catalizzatore ed hanno permesso l'innesco della progettazione, e ciò è stato possibile tramite una loro lettura fatta soggettivamente.Anche gli aspetti negativi sono stati presi in considerazione come spunto per evoluzioni possibili dell’ambiente .Si è reso subito necessario rintracciare dei codici di lettura per interpretarle. L'approccio al progetto è avvenuto tramite una rilettura soggettiva degli individui piazza presi in considerazione. Per poter definire una struttura di relazioni fra i vari ambienti si è rivelato necessario agire a livello differenziato, ovvero una rilettura schematica per rintracciare norme ed eccezioni per quanto riguardava gli ingressi e la viabilità, una rilettura con modelli tridimensionali schematici per vedere le relazioni tra il costruito e l'area della piazza con relative altezze di fabbricati e interfaccia importanti fra acqua e terra, ed infine una rilettura storica per rivisitare i materiali anticamente usati per le pavimentazioni, le coperture ed i colori nella consapevolezza che il futuro si costruisce nel rispetto della tradizione.A questo punto sono stati individuati alcuni caratteri di riconoscibilità e si è reso necessario definire degli obiettivi progettuali da raggiungere al fine di restituire ad alcune delle piazze esistenti forza e carattere e sperimentare le operative progettuali così costituite in ambienti con, a nostro avviso, minore qualità.La vista lago può sembrare un argomento scontato: allora come organizzo la qualità ambientale senza l'immediatezza di questo elemento?I tre problemi fondamentali sono: ingresso - delimitazione - rapporto con lo sguardo da sviluppare con la struttura e l’identità del contesto, senza tralasciare l'importanza del discorso sulla scoperta, in quanto non è detto che il vedere sempre e comunque sia un elemento positivo. Infatti la struttura dell’affaccio verso l’esterno in maniera progressiva può essere un elemento qualificante (avvicinamento progressivo). La forma è una matrice intercambiabile possibile dovuta alle specifiche occasioni in cui si andrà ad operare.E’ stato infine aggiunto un quarto aspetto, cioè l’incremento di prestazioni: si sta andando verso la città del terzo millennio, ed è una città che ha bisogno di strutture adeguate che oggi non ha (quale può essere l’incremento di complessità e di prestazione del luogo piazza all’interno di un sistema del lago Maggiore?). Il sistema di video comunicazione elettronica ci permetterebbe (videoconferenze) di avere un affaccio su di una piazza di un altro luogo o più affacci su luoghi diversi, trovare dall’altra parte la piazza di un’altra città. E' da tenere presente però che l’idea prescinde dal fatto tecnologico di come è possibile realizzarlo, va tenuta in considerazione dal punto di vista di spazio architettonico, nel senso che è possibile ampliare lo spazio con luoghi anche geograficamente lontani. Quindi tre punti di base che riguardano la struttura della piazza ed un quarto punto che riguarda l’incremento di complessità rispetto a quelle che possono essere le esigenze del terzo millennio. In questo caso si tratta di un metaprogetto nel quale si genera un codice di intervento che va applicato alle piazze, e non necessariamente a tutte. Una serie di regole quindi che poi dovranno essere applicate per vedere se funzionano. Esse sono personali e non devono necessariamente essere condivise da tutti, sono regole che noi ci siamo date per la nostra attività di progetto e sono lo specchio della nostra soggettività di progettisti e se per questo tagliano fuori delle possibilità che potrebbero comunque andare bene non importa, perché esse servono ad identificare il carattere delle nostre scelte progettuali. Prima di procedere alla definizione di una struttura organizzativa di relazioni fra i vari elementi è stata verificata anche la possibilità che mancasse qualcosa, infatti un discorso di colori, di coperture e di pavimentazione sono indispensabili, prima di giungere alla definizione dei codici, si avvia perciò in questo modo una operazione di incremento progressivo di controllo della complessità, per valutare aspetti importanti da mettere a punto prima di affrontare il progetto di una piazza ex novo.A questo punto sono state valutate e definite le strutture organizzative di relazioni tra questi quattro punti e quindi si è esplicitato un paradigma organizzativo in cui è chiara la relazione che esiste tra struttura possibile della piazza, i suoi accessi, i suoi rapporti con l’esterno, il suo diventare luogo più attento alle esigenze e alle richieste prossime della città.Un paradigma organizzativo è un elemento di controllo dell’evoluzione, è uno strumento che regola procedure e posizioni, ed ogni elemento si relaziona con gli altri con certi caratteri, si indicano le cose in modo astratto e poi si formalizzano attraverso le adduzioni che sono state fatte, con le matrici formali che sono state messe da parte.E' necessario identificare un paradigma dell’organizzazione possibile metaprogettuale di tutte queste piazze e all’interno di questo vediamo come le piazze esistenti non fanno altro che scambiarsi alcune matrici. Questo è stato fatto per sistematizzare il lavoro svolto finora.A livello di progetto l'intenzione è quella di inserire nelle piazze esistenti anche solo dei piccoli interventi (ad es. per creare un ingresso a baionetta a Stresa non devo necessariamente mettere un edificio come ad Arona dove questo andava bene, magari basta solo una pianta per ricrearlo). La mossa successiva è stata prendere spazi poco interessanti per applicare i codici trovati ed avere una verifica del lavoro fatto.L'ultima fase si può distinguere in due passaggi, da una parte gli spazi scelti che hanno già una loro qualità, all'interno dei quali posso introdurre un possibile incremento di complessità e dall’altra applicare ad una situazione diversa i codici per la creazione di una nuova piazza diversa da tutte le altre ma riconoscibile come piazza del lago Maggiore. Individuiamo le relazioni che ci sono tra alcune qualità, intese come obiettivi che si intendono raggiungere, e strutture di rapporto riconoscibili nelle varie piazze.La struttura organizzata, che ritrovo in tutti gli scenari che guardo, è l’elemento di codice organizzativo. Questo per dire che potremmo realizzare un progetto in mille modi diversi scambiando delle matrici, però di fatto se viene mantenuta la nostra soggettiva legge di rapporti ci garantisce quell’obiettivo raggiunto. Ogni piazza avrà poi le sue specificità e le sue eccezioni.