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C. Norberg- Schulz, "Esistenza, Spazio e Architettura" C. Norberg-Schulz, "Genius Loci", Electa, 1979. Questo passo è di fontamentale importanza per il
raggiungimento del nostro principale scopo progettuale:
I nostri primi riferimenti sono quindi necessariamente rappresentati dalle parti della città che noi consideriamo come "compiute". I risultati dei nostri sopralluoghi fotografici hanno
fornito uno spunto ulteriore al nostro immaginario di riferimento, in particolare
l'immagine qui riprodotta ha destato nella nostra memoria il ricordo di
una celebre opera di M. C. Escher:
Durante questo lungo lavoro di analisi sono state
studiate diverse litografie e xilografie, la cui complessa e rigorosa struttura
logica, non priva di alcuni originali elementi di eccezione, porta a interessanti
risultati finali.
Data la loro natura queste realizzazioni sono risultate particolarmente utili ad accrescere la capacità adattiva del nostro paradigma e quindi della complessita’ (non della complicazione) del progetto. In varie occasioni, durante il lavoro di progettazione, l'analisi delle opere di M. C. Escher ha consentito di formalizzare dei meccanismi logici che hanno integrato, modificato e in alcuni casi persino soppiantato il nostro paradigma indiziario. Questo studio è anche responsabile della comparsa
di un nuovo protagonista del nostro immaginario di riferimento: la
geometria frattale.
Queste strutture ricordano entrambe il frattale noto come Sierpinski (vedi immagine), sostanzialmente lo sviluppo n-esimo di una formula matematica. Un contributo determinante all'innesco della fase di progettazione
è stato fornito da un elemento apparentemente casuale:
Di questo catalizzatore rimane una traccia nel progetto, stratificata nella struttura di relazioni creata nella realizzazione del nuovo Parco denominato anche per questo "Parco dei Venti" e nella struttura della nouva fontana, leggibile soprattutto dall'alto, indicante la direzione Nord ed utile anche agli sportivi che si lanciano con il parapendio dal Sasso del Ferro. Per la realizzazione del ponte nell'area del Gaggetto abbiamo inoltre voluto tener conto, come riferimento, della famosa definizione data dal filosofo tedesco M. Heidegger nell'opera "Saggi e Discorsi", Mursia, 1991:
" Il ponte si slancia "leggero e possente" al di sopra del fiume. Esso non solo collega due rive già esistenti. Il collegamento stabilito dal ponte, anzitutto, fa sì che le due rive appaiano come rive. E’ il ponte che le oppone propriamente l’una all’altra......Con le rive, il ponte porta di volta in volta al fiume l’una e l’altra distesa del paesaggio retrostante....Esso porta il fiume e le rive e la terra circostanze in una reciproca vicinanza......Il ponte riunisce la terra come regione intorno al fiume......Il ponte lascia libero corso al fiume e insieme garantisce ai mortali la via attraverso cui possono andare da una regione all’altra....Il ponte riunisce verso di se’, nel suo modo, terra cielo, i divini e i mortali." |