RIFERIMENTI
 
 
M.C. Escher
 
 
 
 
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                "Anche se l’aspetto basilare e' lo sfondo, il paesaggio ha una struttura propria. Presenta aree particolarmente favorevoli allo sviluppo di luoghi ed indica percorsi possibili e domini naturali" 
                C. Norberg- Schulz, "Esistenza, Spazio e Architettura" 
                     
                " Il Genius Loci, lo spirito del luogo, e' quanto sopravvive alle continue modifiche degli assetti funzionali e conferisce un carattere indelebile a città e paesaggi, rendendo fenomeni architettonici differenti, nelle forme nel tempo, parti di un’unica e riconoscibile esperienza."  
                C. Norberg-Schulz, "Genius Loci", Electa, 1979. 
Percorrere le strade, le piazze, i viali alberati di Laveno e' un’esperienza necessaria per avvicinarsi alla comprensione del Genius Loci della città. 

Questo passo è di fontamentale importanza per il raggiungimento del nostro principale scopo progettuale: 
aumentare la riconoscibilità e la qualità ambientale della città di Laveno. 

I nostri primi riferimenti sono quindi necessariamente rappresentati dalle parti della città  che noi consideriamo come "compiute". 

I risultati dei nostri sopralluoghi fotografici hanno fornito uno spunto ulteriore al nostro immaginario di riferimento, in particolare l'immagine qui riprodotta ha destato nella nostra memoria il ricordo di una celebre opera di M. C. Escher:  
"Balcone",  una litografia del 1945. 
E’ possibile rilevare alcune evidenti analogie tra queste due immagini:  
in particolare la struttura aggregata delle abitazioni e la presenza dell’edificio con cupola centrale. 
 

 
    Immagine di Laveno ripresa dal Lungolago. 

    La zona rappresentata comprende i due edifici religiosi ed una parte dell'edificio ospitante il Comune.

    "Balcone"  litografia del 1945. 
    M. C. Escher. 
    A lato si osserva la struttura originaria dell'opera, prima dell'applicazione del paradigma responsabile della trasformazione. 
La presenza di questa similitudine e, soprattutto,  l'interessante struttura logica responsabile della generazione delll'opera, ci hanno spinto ad approfondire lo studio delle realizzazioni di questo geniale artista. 

Durante questo lungo lavoro di analisi  sono state studiate diverse litografie e xilografie, la cui complessa e rigorosa struttura logica, non priva di alcuni originali elementi di eccezione, porta a interessanti risultati finali. 
L'elemento comune a tutta l'opera artistica escheriana è, innanzitutto, la capacità di provocare stupore e smarrimento nell'osservatore.  
Infatti le sue prospettive ingannevoli, le costruzioni che si prendono gioco delle nostre capacità percettive e gli scenari impossibili ma plausibili, non sono il frutto di virtuosismi artistici dell'autore, ma il risultato di un lungo lavoro di studio, di  costruzione logica e geometrica.  
 
Sono state oggetto di sudio in particolare le seguenti opere:  
 

- "Galleria di stampe", litografia del 1956 
- "Pesci e squame", xilografia del 1959 
- "Planetoide tetraedrico", xilografia del 1954 
- "Limite del quadrato", xilografia del 1954 
- "Balcone", litografia del 1945
- "Relatività", litografia del 1953 
- "Salita e discesa", litografia del 1960 
 

Data la loro natura queste realizzazioni sono risultate particolarmente utili ad accrescere la capacità adattiva del nostro paradigma e quindi della complessita’ (non della complicazione) del progetto. 

In varie occasioni, durante il lavoro di progettazione, l'analisi delle opere di M. C. Escher ha consentito di formalizzare dei meccanismi logici che hanno integrato, modificato e in alcuni casi persino soppiantato il nostro paradigma indiziario. 

Questo studio è anche responsabile della comparsa di un nuovo protagonista del nostro immaginario di riferimento:  la geometria frattale.  
Durante lo studio delle matrici topologiche e geometriche di Laveno, infatti, abbiamo rilevato l'esistenza di una struttura geometrica di tipo frattale (molto evidente a scala urbanistica), analoga a quella riscontrata nell’opera "Il limite del quadrato" del 1945.  

Queste strutture ricordano entrambe il frattale noto come Sierpinski (vedi immagine),  sostanzialmente lo sviluppo n-esimo di una formula matematica. 

Un contributo determinante all'innesco della fase di progettazione è stato fornito da un elemento apparentemente casuale:  
una Rosa dei Venti appartenente ad una antica cartina geografica della zona e riprodotta all'interno del lago proprio di fronte a Laveno. 
La porzione di cartina che ci interessava, ridisegnata a mano e comprendente una stilizzazione di questa Rosa dei Venti, è immediatamente diventata un elemento catalizzatore del progetto: 
questo nuovo elemento infatti ci ha spinto, per la prima volta, a guardare Laveno secondo direzioni  geografiche privilegiate e a scoprire l'intima struttura di  relazioni della città. 

Di questo catalizzatore rimane una traccia nel progetto, stratificata nella struttura di relazioni creata nella realizzazione del nuovo Parco denominato anche per questo "Parco dei Venti" e nella struttura della nouva fontana, leggibile soprattutto dall'alto, indicante la direzione Nord ed utile anche agli sportivi che si lanciano con il parapendio dal Sasso del Ferro. 

Per la realizzazione del ponte nell'area del Gaggetto abbiamo inoltre voluto tener conto, come riferimento, della famosa definizione data dal filosofo tedesco M. Heidegger nell'opera "Saggi e Discorsi", Mursia, 1991: 

 
Il fiume Boesio, nell'area del Gaggetto
Il ponte
 
 
" Il ponte si slancia "leggero e possente" al di sopra del fiume. Esso non solo collega due rive già esistenti. Il collegamento stabilito dal ponte, anzitutto, fa sì che le due rive appaiano come rive. E’ il ponte che le oppone propriamente l’una all’altra......Con le rive, il ponte porta di volta in volta al fiume l’una e l’altra distesa del paesaggio retrostante....Esso porta il fiume e le rive e la terra circostanze in una reciproca vicinanza......Il ponte riunisce la terra come regione intorno al fiume......Il ponte lascia libero corso al fiume e insieme garantisce ai mortali la via attraverso cui possono andare da una regione all’altra....Il ponte riunisce verso di se’, nel suo modo, terra cielo, i divini e i mortali."